di cola (Uilm): vogliamo un chiarimento sul perché non si può applicare 

LFoundry, disaccordo sulla cassa integrazione di 90 giorni

AVEZZANO. Cresce la preoccupazione, in casa LFoundry, sull’assetto dell’azienda. Proprio nei giorni in cui la proprietà sta trattando con i sindacati per le modalità di applicazione della cassa...

AVEZZANO. Cresce la preoccupazione, in casa LFoundry, sull’assetto dell’azienda. Proprio nei giorni in cui la proprietà sta trattando con i sindacati per le modalità di applicazione della cassa integrazione richiesta per nove settimane, a seguito dell’emergenza coronavirus, ci si interroga su alcuni punti chiave. Si sta lavorando per trovare una soluzione e gestire i 1.500 dipendenti – di cui attualmente 500 in smart working e 1.000 al lavoro in azienda – durante questo periodo di crisi e oggi stesso ci sarà un nuovo incontro tra i vertici dello stabilimento e le organizzazioni sindacali. «Alla nostra richiesta durante l’esame congiunto della cassa integrazione, sul riconoscimento dei ratei, l’azienda ha risposto che non era possibile accoglierla per una questione economica, perché le banche non fanno credito», spiega Monica Di Cola, Rsu Uilm Uil. «La logica che ha spinto la Rsu a esprimersi, per fornire suggerimenti alla dirigenza, subito dopo l’emanazione del decreto che limita le attività produttive, rispettano il principio di rendere minime le presenze contemporanee in stabilimento, garantendo la produzione minima indispensabile al principale cliente. Tutto ciò per la durata transitoria dell’emergenza Covid. Nell’immediato, salute e sicurezza sono ben osservate, presidiate e tutelate grazie alla collaborazione tra Rls, Rsu e Dipartimento di Salute e sicurezza e nell’applicazione della turnazione». La preoccupazione, però, in casa Uilm Uil è tanta e per questo il sindacato ha chiesto un chiarimento, «per la tranquillità di tutti i dipendenti. Ma il futuro del sito è compromesso dalle affermazioni gettate sul tavolo per la cassa integrazione», ha concluso Di Cola.(e.b.)
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