LFoundry, le Rsu: precauzioni insufficienti 

I sindacati chiedono più attenzione contro la diffusione del virus e proclamano lo stato di agitazione

AVEZZANO. Acque agitate in LFoundry, le rsu chiedono più attenzione per l’emergenza Covid e proclamano lo stato di agitazione. Nell’azienda più grande del territorio dove si producono memorie volatili sono state prese delle precauzioni per evitare la diffusione del virus che però, a detta dei rappresentanti dei 1.500 dipendenti del sito, non bastano.
«Il più importante dei punti all’ordine del giorno dell’incontro avuto con l'azienda riguardava la richiesta di rallentare la linea in modo da ridurre il numero di lavoratori contemporaneamente presenti in azienda», hanno spiegato i rappresentanti sindacali dello stabilimento, «l’idea è quella di dividere le squadre in 2 o 3 gruppi che non si incontrano mai così da non fermare la produzione nella malaugurata ipotesi che dovessero verificarsi dei contagi. Ciò che ci ha colpiti non è stato il no in se quanto le sue motivazioni che, in estrema sintesi, sono due: la fabbrica è il posto più sicuro tra tutti quelli che ognuno di noi possa frequentare, prova ne sia il fatto che i contagi in azienda sono avvenuti all’esterno e se e quando il numero dei casi aumenterà faremo i conti e interverremo prendendo in considerazione la proposta sindacale. Alla base del ragionamento la necessità di tenere un ritmo produttivo il più elevato possibile in quanto dobbiamo recuperare i ritardi accumulati a causa dei vari incidenti di percorso verificatisi negli ultimi mesi».
Per il momento in LFoundry sono state chiuse le sale fumatori e disabilitate le macchine del caffè. I turnisti entrano nelle 2 fasce 7.40-8. Lo smart-working è stato attivato per tutti i dipendenti che possono lavorare in questa modalità al 100 per cento, gli altri dovranno entrare regolarmente e consumare il pranzo nel proprio ufficio senza utilizzare la mensa.
«Noi pensavamo che il raddoppio dei casi di quarantena da una settimana all’altra fosse motivo sufficiente per innescare una riflessione ma il semaforo è ancora verde e si tira avanti finché si può», hanno continuato gli esponenti delle organizzazioni sindacali, «riteniamo grave l’impostazione dell’azienda che prevede un intervento solo quando ci sarà un certo numero di casi Covid-19, pertanto è stata decisa la proclamazione dello stato di agitazione». (e.b.)
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