il progetto

Lupo, 100 esemplari in Abruzzo

Parco Majella, esperti a confronto sulla tutela della specie

SULMONA. La “Carta di Sulmona”, a due anni dalla sua attuazione, dà buoni risultati ed è il modello fondamentale per la conservazione e la difesa del lupo in Italia. Il concetto è stato ribadito nel corso del Forum “Wolfnet 2.0” per la tutela del lupo in Italia “Dall’Appennino alle Alpi”, che si è tenuto nella sede del Parco Majella, all’Abbazia celestiniana.

«L’Abruzzo, con l’attuazione delle buone pratiche ispirate dalla “Carta di Sulmona”, è regione con una buona densità di popolazione di lupi», ha spiegato Simone Angelucci, veterinario del Parco Majella e sindaco di Caramanico. «La consistenza dei branchi, che in Abruzzo sono una decina per un centinaio circa di esemplari, presente su tutto il territorio regionale, è sostenuta dalla consistenza delle prede, come cinghiali, cervi e caprioli». Ma alla difesa e conservazione del lupo contribuisce anche la concertazione tra enti parco e soggetti come agricoltori e allevatori. «Il fatto, poi, che i lupi, adesso, sono anche nelle vicinanze dei centri abitati, è il risultato dell’abbandono dell’agricoltura, che porta a valle i lupi», ha spiegato.

Altro problema è quello della “contaminazione” tra il lupo e i cani randagi. «L’ibridazione è un problema al quale rimediare con soluzioni ragionate e di concerto con le categorie interessate», ha concluso il sindaco di Caramanico. L’evento organizzato dal Parco ha visto la partecipazione dei rappresentanti di tutti i parchi italiani ed enti, associazioni e organizzazioni del settore, come Ispra, Federparchi, Legambiente, Coldiretti. (c.l.)

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