Lupo ucciso da un laccio nel parco della Maiella

Esemplare trovato morto nella zona di Sant'Elia, nel Comune di Caramanico Terme. Il direttore del parco: è un gesto che non resterà impunito

CARAMANICO. Un lupo, esemplare maschio di due anni e mezzo, è stato ucciso da un laccio a strangolo posizionato nella zona di Sant'Elia, nel comune di Caramanico Terme. A scoprirlo è stato il personale del Parco Nazionale della Majella, impegnato nelle attività di monitoraggio intensivo sul lupo, avviate nell'ambito del Progetto WolfNet, attraverso il controllo costante degli spostamenti e dei movimenti dei lupi dotati di collari GPS. Secondo il direttore del Parco, Oremo Di Nino, si tratta di «un gesto che non resterà impunito: il Parco sporgerà denuncia verso ignoti e attiverà tutte le azioni utili affinché il responsabile paghi per l'azione commessa».

«Il Coordinamento Territoriale per l'Ambiente del Corpo Forestale dello Stato - ha spiegato - ha attivato le indagini, intensificando i controlli già assidui sul territorio. Ho chiesto una linea dura affinché questo crimine non resti impunito». «La preoccupazione è grande - ha sottolineato - soprattutto perché il territorio del Parco si contraddistingue per una importante popolazione di lupi e per la presenza di diversi individui di orso e questa vicenda getta un'ombra di paura sul loro futuro. Il Parco non resterà a guardare: ho già dato disposizioni affinché vengano messi in campo tutti i sistemi di controllo del territorio, anche avvalendosi della tecnologia più innovativa, al fine di individuare il responsabile di questo reato».

Si tratta del secondo caso che si è registrato in poco tempo, anche se nell'altra circostanza il lupo venne salvato. L'uso del laccio a strangolo è un metodo di caccia illegale e non selettivo molto diffuso in Abruzzo: una trappola in genere piazzata lungo i camminamenti abituali degli animali. Può colpire le zampe o il tronco, fatto più comune per cinghiali, cervi e caprioli, oppure prendere il collo, portando alla morte per strangolamento.

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