Domani nuova mobilitazione in centro storico. Altri no a Cesarano, il sito sparisce dal comunicato di Chiodi

Macerie, il «popolo» non vuole scontri

Messaggio a sindaco e questore: fateci entrare liberamente in zona rossa

L’AQUILA. Olio alle ruote e carriole pronte per un’altra domenica. L’ordinanza di Berlusconi che detta i tempi, sulla carta, della rimozione non ferma il «popolo delle carriole» che ha chiesto al questore Cecere e al sindaco Cialente la possibilità di tornare in piazza Palazzo, nella zona rossa, evitando qualsiasi attrito con le forze dell’ordine. «Siamo simbolici fino a un certo punto», scrivono gli organizzatori della mobilitazione. «Domenica scorsa abbiamo differenziato circa 40 tonnellate di materiale da recuperare o riciclare e inviato in discarica 10 tonnellate».

L’appuntamento di domani è alle 9,30. Un nuovo incontro organizzativo, invece, è previsto per questo pomeriggio in piazza Duomo. La novità che verrà messa in campo questa settimana è riservata anche a chi non vorrà lavorare direttamente sulle macerie. Infatti verrà allestito, nella tensostruttura di piazza Duomo, uno spazio colorato ed esplicativo di quelli che sono i progetti «per far rinascere L’Aquila dal basso». Domani sera, invece, alle 20, alle Casematte di Collemaggio, aperitivo «Tolleranza Zoro» con Diego Bianchi alias Zoro, giornalista e video-blogger, che incontrerà nel MediaLab, tutti i ragazzi aquilani e il Popolo delle carriole «in un aperitivo all’insegna dell’ironia e del desiderio di stare insieme».

IL PUNTO. Mentre cresce il dissenso sul sito di Cesarano, individuato come deposito temporaneo, sotto il coordinamento del commissario Gianni Chiodi, i tecnici del ministero dell’Ambiente, Protezione civile, Regione Abruzzo, Provincia, Comune, Struttura gestione emergenza, Struttura tecnica di missione, Esercito, vigili del fuoco, Asm e Arta hanno fatto il punto della situazione. «La priorità di lavoro», si legge in una nota, «sulla quale essere operativi da subito, è la rimozione delle macerie attualmente presenti in strade e piazze del centro storico, ma anche delle frazioni e degli altri Comuni. Per quanto riguarda il «cuore» del capoluogo, si tratta per lo più di macerie derivanti dalle opere di messa in sicurezza realizzate dalle ditte negli ultimi mesi.

Ditte che, a seguito della firma dell’ordinanza, potranno d’ora in poi effettuare il trasporto delle stesse. Per facilitare il compito delle imprese che andranno a lavorare nel centro storico e quello dei vigili del fuoco e dell’esercito, che continueranno l’opera di raccolta delle macerie, saranno individuati al più presto dal Comune e dalla Provincia, con il supporto degli stessi vigili del fuoco e dei tecnici della Sogesid (spa del ministero) alcuni luoghi in centro storico, o nelle zone a ridosso, dove le macerie verranno pre-selezionate e separate con l’impiego di appositi container scarrabili.

Contemporaneamente, l’esercito porterà avanti l’opera di miglioramento della viabilità esterna allo stabilimento ex Teges sulla base di progetti già redatti al momento dell’individuazione del sito, mentre la Sogesid si occuperà del suo pieno adeguamento funzionale. Continuano le attività finalizzate all’allestimento del sito di Barisciano, e di un’ulteriore eventuale macroarea per lo stoccaggio provvisorio, e alla pianificazione delle attività di recupero». Non si fa il nome di Cesarano.

LA POLEMICA. «Sulle macerie è colpa della Pezzopane», dice Massimo Verrecchia (Pdl). Michele Fina (Pd) replica: «Cos’ha fatto la Regione?».

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