Mafia e appalti, i conti della cosca

Per gli inquirenti il 30% dei ricavi sui lavori sarebbe andato al clan

L'AQUILA. Il reperimento di case per operai scelti dalla cosca era un problema da risolvere subito: il clan avrebbe preso il 30 per cento per i lavori affidati a Biasini.

Si tratta, ovviamente, del filone giudiziario che vede indagati per concorso esterno in associazione mafiosa Stefano Biasini, Antonino Vincenzo Valenti, Massimo Maria Valenti e Francesco Ielo di cui solo il primo aquilano e gli altri calabresi. Iniziativa finalizzata ad acquisire appalti per il dopo sisma. In una delle intercettazioni è lo stesso Santo Giovanni Caridi che ne parla con Massimo Maria Valenti per trovare un ricovero agli operai del loro socio in affari Pasquale Latella. Lo stesso Caridi sembra spazientito dal fatto che ci fossero delle difficoltà e allora stimola il suo interlocutore: «Vedete se è libera» dice in riferimento a una certa abitazione «così la prendiamo subito».

«Informatevi stasera» dice ancora Caridi «e ditemelo altrimenti dobbiamo andare a vedere di trovarne un'altra».

Alla fine un'abitazione per gli operai di Latella, secondo gli investigatori fu trovata. Per l'esattezza a Scoppito, una casa di proprietà di una donna che fu messa a disposizione, su indicazione di Caridi e dello stesso Francesco Ielo di Latella e di una donna calabrese.

La dichiarazione della proprietaria di quella casa alla polizia è esplicativa. «Questo signore» ha dichiarato agli inquirenti, «mi disse che l'appartamento serviva per i suoi operai chiedendomi di farli entrare subito dentro casa prima della stipula del contratto. Non ho mai ricevuto nulla per avere ospitato queste persone di origine romena e anche perché non ho più visto colui che aveva affittato l'appartamento. Poi, dopo due mesi, sono riuscita a mandare via queste persone».

La fretta stava nella necessità di non perdere i primi lavori che erano stati commissionati anche se si trattava di pochi soldi. Comunque, secondo le risultanze investigative (tramite conversazioni intercetatte, la cosca di Caridi avrebbe incassato il 30 per cento dei lavori edili ottenuti da Biasini e effettuati da una certa ditta.

Qualora fossero stati ottenuti davvero appalti di un certo rilievo i conti sarebbero tornati. Eccome.

© RIPRODUZIONE RISERVATA