Meno furti e rapine, sparite 700 armi

L’analisi del questore Terribile: «La prevenzione funziona». L’ipotesi: le pistole non rintracciate sono finite sotto le macerie

L’AQUILA. L’Aquila capitale del gioco e delle armi sparite. Il post-terremoto ha partorito, tra le tante, due nuove problematiche. Riguardo al primo aspetto, il territorio aquilano vanta un poco invidiabile primato: una slot machine ogni 83 abitanti. Incremento che sta accompagnando la fase della ricostruzione. C’è gente che in pochi giorni brucia tutta la pensione. Due sale da gioco sono state chiuse nella Valle Peligna per irregolarità. Circa le armi regolarmente detenute, invece, a fronte delle circa 170mila circolanti in tutto il territorio provinciale, ne mancano ancora all’appello 700. Anche qui c’entra il terremoto. L’ipotesi principale è legata alla situazione emergenziale: molte armi sono rimaste nelle case inagibili. Magari sepolte sotto le macerie di quelle crollate o demolite in seguito. Negli altri casi, gli avvisi a mettersi in regola sono tornati indietro perché i residenti hanno cambiato casa. C’è anche quello di contare quante armi girano sul territorio (se ne occupa la divisione amministrativa e sociale coordinata da Nazzareno Loriggio) tra i compiti della polizia, che ieri, attraverso i dati e l’analisi del questore Alfonso Terribile, coadiuvato dai dirigenti dei vari servizi, ha fatto il punto della situazione dell’anno appena concluso.

MENO REATI. Il questore ha affermato che i reati in provincia sono in calo «grazie alla prevenzione, alla sinergia tra le varie forze dell’ordine e alla collaborazione dei cittadini». In particolare, si è passati, all’Aquila, dai 2511 reati del 2015 ai 2007 del 2016, mentre in provincia dai 7986 ai 6604. «I furti sono scesi del 30 per cento», ha sostenuto il questore, affiancato dal capo di gabinetto e portavoce Alessandro Gini, «anche quelli in abitazione». In città 893 furti totali denunciati nel 2016 (1264 l’anno prima), in provincia si va dai 3560 ai 2890 dell’anno appena terminato. Quelli nelle case sono stati 231 (326 nel 2015) e 734 in provincia (811 l’anno prima). Meno rapine: da 55 a 40 in provincia e da 11 a 7 nel solo capoluogo. In calo anche i divieti di assistere a manifestazioni sportive. Lieve aumento, invece, per arresti e denunce. Ottantuno gli arresti nel 2015, 94 nel 2016; 557 i denunciati nel 2015, 736 nei 2016.

I NUOVI ALLARMI. Di stretta attualità l’azione sul fronte della violenza di genere: 22 gli indagati con divieto di avvicinamento; 19 denunciati per stalking, cinque arrestati. «Qui l’azione del camper antiviolenza, capofila in Italia, ha svolto un compito fondamentale avvicinando tante donne che hanno vinto la paura di parlare».

GLI STRANIERI. La presenza in provincia aumenta. Si passa dai 14510 ai 16332 (soprattutto da Africa, Afghanistan, Pakistan e Bangladesh). L’ufficio immigrazione diretto da Giancarlo Ippoliti fronteggia anche la problematica dei richiedenti asilo.

MAFIE E APPALTI. «I tentativi di infiltrazioni malavitose sono sempre in agguato», ha concluso il questore, «ma il modello L’Aquila contro la corruzione creato ai tempi del prefetto Gabrielli oggi capo della polizia funziona molto bene».

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