Il punto della statale 80 dove si è verificato lo schianto in moto e Federico Nardecchia, la vittima

L'AQUILA

Morte del motociclista 57enne, aperta un'inchiesta

Domani si farà l'autopsia sul centauro, dipendente delle Poste, che prima di perdere la vita si era alzato per soccorrere un gruppo di ciclisti. Il ricordo della sorella Rosella

L'AQUILA. La procura della repubblica dell'Aquila ha aperto un'inchiesta sulla morte del centauro di 57 anni, originario della frazione aquilana di Coppito, Federico Nardecchia, causata da un incidente stradale che ha coinvolto un'auto e alcuni ciclisti. Il fatto è accaduto ieri, lungo la strada statale 80 del Gran Sasso d'Italia, tra la fazione aquilana di Arischia e il Valico delle Capannelle. Domani, sul corpo dell'impiegato delle Poste dell'Aquila, che lascia la moglie e un figlio, verrà effettuata l'autopsia. Le indagini sono affidate alla polizia stradale, che dovrà accertare i fatti, a partire dall'esatta dinamica del grave incidente: gli inquirenti ascolteranno i testimoni, in particolare i ciclisti e l'uomo che conduceva la Fiat 500 contro la quale ha finito la sua corsa la moto. Quest'ultimo è rimasto illeso, mentre due cicloamatori del gruppo coinvolto sono ancora ricoverati all'ospedale san Salvatore dell'Aquila per i traumi riportati. Secondo la ricostruzione fatta dai vigili del fuoco, che sono intervenuti sul posto insieme alla polizia, all'Anas e al 118, il motociclista avrebbe invaso la corsia opposta, sfiorando un gruppo di 4-5 ciclisti, per poi finire la corsa contro l'auto, colpita lateralmente, che proveniva nel senso inverso. A tale proposito, ieri, la sorella del centauro scomparso, Rosella, ha spiegato che «non c'è nessuna prova del fatto che mio fratello, in sella alla sua moto abbia invaso la corsia e abbia investito i ciclisti, in questo senso, non sono stati trovati segni di frenata o di pneumatici, per stabilire la verità. Ci dovranno essere accurati controlli e verifiche da parte delle autorità competenti. Esprimo la nostra contrarietà, in un momento così drammatico, per aver dovuto apprendere della tragedia dai giornali e che nessun rappresentante delle istituzioni ci abbia contattati», ha detto la donna, la quale ha chiarito che «il fratello era eccezionalmente prudente, persona buona che aiutava sempre il prossimo, tanto che sino alla fine si è preoccupato degli altri aiutando i ciclisti feriti». Secondo quanto si è appreso, il 57enne, dopo l'incidente, si sarebbe rialzato per almeno cinque minuti soccorrendo i feriti, telefonando al suo meccanico e cercando di tranquillizzare i presenti sperando di avere solo la frattura di un braccio. Poi, si è accasciato al suolo ed è morto. A nulla sono valsi i tentativi di strapparlo alla morte.