Negozi, gli incassi tagliati della metà 

Allarme di Donatelli (Confcommercio): «A settembre molte attività rischiano la chiusura». Consiglio comunale il 14 luglio

L’AQUILA. Ci provano, i commercianti aquilani, a risalire la china. A fatica hanno rialzato le saracinesche, qualcuno si è reiventato, ha attivato siti di vendita on line o, semplicemente, fa leva sulle promozioni per attirare clienti. I due mesi di lockdown hanno pesato e non poco sulle casse delle attività, rimaste vuote. Qualche debolissimo segnale di ripresa c'è, come anche la presenza, sporadica, di turisti a spasso per la città: toscani, romani, persino tedeschi e inglesi. Ma sono numeri risicati. Poca cosa, però, rispetto al crollo del fatturato: dal 90 al 100%, da marzo a maggio, secondo gli ultimi dati della Confcommercio, che a giugno segnala perdite superiori al 50%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E a settembre, il 15% dei negozi rischia di non riaprire. Di misure e incentivi per aiutare il commercio si parlerà nella seduta di consiglio comunale convocata per il 14 luglio.
CONSIGLIO SUL COMMERCIO. Sostegno alle attività commerciali, abbattimento delle tasse, con un "semestre bianco", così lo chiama il presidente della Confcommercio della provincia dell'Aquila, Roberto Donatelli, «per dare respiro agli imprenditori». E ancora, garanzia di accesso al credito bancario, in un periodo di scarsa liquidità, servizi adeguati e marketing territoriale. Chiedono di essere ascoltati, i commercianti. Intanto, il presidente del consiglio comunale, Roberto Tinari, ha reso noto di aver convocato l'assise comunale per il 14 luglio, in presenza, nella sala Ipogea dell'Emiciclo.
CROLLO INCASSI. «La situazione è drammatica», afferma Donatelli, «il fermo totale ha fatto perdere oltre il 90% del fatturato alle imprese, tranne che per il settore alimentare. Anche a giugno gli incassi sono deboli, un 50% in meno rispetto al 2019. Di questo passo, a settembre il 15% degli imprenditori dovrà decidere se pagare le tasse o i dipendenti. E molti chiuderanno». Per il presidente di Confcommercio «il primo passo è tagliare le tasse, congelandole almeno per sei mesi. Quanto ai finanziamenti garantiti dallo Stato», dice Donatelli, «la percentuale delle imprese che ne ha beneficiato è bassissima».
DEBITI DA RIPIANARE. «Il movimento è iniziato la scorsa settimana», afferma Giorgio Carissimi, titolare dell'hotel L'Aquila, dell'osteria Da Giorgione e socio del bar Duomo, «niente di significativo, ma si vede uno spiraglio dopo mesi di buio, in cui i danni economici sono stati enormi. Solo con l'albergo ho perso quasi 200 mila euro di incassi. Speriamo di recuperare entro dicembre, ma serve promozione del territorio». Chiara De Santis, socia del negozio Valentina Giorgi, in via Tre Marie, ha aperto a novembre scorso. «I nostri clienti vengono, per lo più, da fuori città. Inoltre, avendo aperto a novembre scorso, non abbiamo potuto usufruire neppure dello slittamento delle tasse». Per Aldo Piccinini, titolare di Nero Caffè «il turismo sta ripartendo, ma sopravviveranno solo le attività che hanno un po' di liquidità. Siamo l'unica città di montagna a non promuovere il turismo montano».
REINVENTARSI. Per Marco De Silvestri, titolare con Carlo Capone della Profumeria Artistica in via Tre Marie «è troppo presto per fare un bilancio, si deve aspettare l'estate», mentre Francesca Manzi, dell'omonimo negozio di abbigliamento parla di «trend positivo, con qualche turista anche dall'estero. Stiamo puntando sulle promozioni, ma qualche evento aiuterebbe». Per Giovanni Rotili, della libreria Colacchi «il movimento turistico è discreto, ma la città non può permettersi il lusso di bloccare i parcheggi in centro. In questo momento di crisi si deve poter parcheggiare anche in piazza».
Marzia Pitolli, che vende oggettistica in piazza Duomo, con l'emergenza ha cominciato a produrre mascherine per l'ospedale e le farmacie. «Mi sono reinventata», dice, «puntando su innovazione e qualità. Però mancano i servizi: il centro è sporco e i collegamenti inesistenti».
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