Nuova Panda targata anche Sulmona

La Magneti Marelli pronta a produrre componentistica per lo stabilimento di Pomigliano

SULMONA. La Magneti Marelli si prepara a collaborare alla produzione della Nuova Panda di Pomigliano d'Arco. Il sofferto accordo con il sito produttivo campano è destinato ad avere ripercussioni anche sullo stabilimento sulmonese, che fa capo sempre al gruppo Fiat. Dal prossimo autunno si prevede lo stop della cassa integrazione per gli oltre 700 lavoratori peligni.

A Pomigliano d'Arco sarà avviata la produzione della Nuova Panda entro l'autunno. La catena di montaggio dovrebbe sfornare 270mila vetture l'anno. L'indotto Fiat (quindi anche Sulmona) sarà inevitabilmente coinvolto, come spiegano dall'ufficio stampa torinese del Lingotto. Nonostante i 700 milioni di euro di investimento sullo stabilimento campano, per rinnovare le linee produttive e formare il personale, infatti, le altre aziende del gruppo Fiat si troveranno a gestire diverse commesse.

I numeri precisi non si conoscono ancora, ma è certo che saranno «importanti», visto che il Lingotto punta sulla Nuova Panda per uscire dalla crisi economica internazionale, privilegiando l'Italia alla Polonia. La produzione a Pomigliano è stata frutto di un accordo sofferto, che impone turni diversi e limita il ricorso allo sciopero.

Al di là delle conseguenze sui rapporti coi sindacati e coi lavoratori, la nuova produzione è destinata ad inaugurare una nuova stagione nel mercato dell'auto e in particolare nell'azienda torinese. Così come in quella della città di Sulmona, martoriata da più di un anno di cassa integrazione a singhiozzo.

Attualmente sono 740 i dipendenti della Magneti Marelli in cassa integrazione straordinaria fino a dicembre, dopo aver bruciato a tempi record le 52 settimane di ordinaria (in poco più di 12 mesi). Il 70% della produzione delle tute blu sulmonesi è legata al Ducato che si assembla nello stabilimento della Sevel di Atessa, con circa mille assali prodotti al giorno; il 30% riguarda invece la componentistica dell'auto, su cui pesa maggiormente la cassa integrazione. 

E proprio da qui, a pochi mesi dalla scadenza dello stop forzato dal lavoro, si può ripartire con la produzione a pieno regime, stoppando la cassa integrazione per i dipendenti. Per questo la speranza fra lavoratori e sindacati sulmonesi sale, di fronte a una boccata di ossigeno che arriva come una manna dal cielo.

Così come conferma Michele Lombardo della segretaria nazionale della Uil, che ha tenuto nei giorni una tavola rotonda in Comune proprio sulle implicazioni legate all'accordo di Pomigliano.  «Qualcosa si muoverà sicuramente per lo stabilimento sulmonese», spiega Lombardo, «ma solo verso settembre e ottobre. L'auspicio è che la cassa integrazione possa scomparire del tutto. Si tratta di un'opportunità che non ci possiamo far sfuggire.

La fabbrica sulmonese, la più grande del comprensorio, rappresenta una risorsa fondamentale per l'intera Valle Peligna, da cui si potrebbe ripartire per riavviare un cospicuo mercato industriale e del lavoro. La crisi senza precedenti che ci ha travolto, potrebbe presto spostarsi alle nostre spalle.

Per questo rivolgo un appello all'unione del territorio e delle istituzioni, affinché facciano quadrato attorno allo stabilimento sulmonese».  In attesa delle commesse della Nuova Panda, quindi, lavoratori e sindacati sperano in una grossa mole di lavoro nei prossimi mesi, per spezzare una volta per tutte le catene della cassa integrazione.

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