Nuovo regolamento: sì al referendum sui confini del Parco

L’AQUILA. Si farà il referendum per la ridefinizione dei confini del Parco Gran Sasso Laga e dei Sic, i Siti di interesse comunitario, e delle Zps, le Zone di protezione speciale, che interessano la...

L’AQUILA. Si farà il referendum per la ridefinizione dei confini del Parco Gran Sasso Laga e dei Sic, i Siti di interesse comunitario, e delle Zps, le Zone di protezione speciale, che interessano la montagna aquilana. Il Comitato promotore canta vittoria, dopo che la giunta comunale ha approvato la delibera di modifica e integrazione del Regolamento sulla partecipazione. Un passo fondamentale, visto che la richiesta per l’indizione del referendum popolare si era arenata proprio sul regolamento comunale e per questo era stato richiesto l'intervento del prefetto.

Intanto, è stato fissato al 1° febbraio il collaudo dell’Ustif, che darà il via libera all’impianto di illuminazione della funivia di Fonte Cerreto e alla corse notturne. L’intervento, che ha subìto rallentamenti a causa dei paletti opposti dal Parco, è costato circa 40mila euro. Sul fronte del referendum, il portavoce del Comitato #Save Gran Sasso, Luigi Faccia, annuncia che «ora la delibera dovrà passare in commissione e poi in consiglio comunale, ma questa intanto è una bella vittoria. E sono già tanti gli aquilani felici della notizia e desiderosi di iniziare la raccolta di firme. È la dimostrazione che L’Aquila sente la problematica e vuole dire la sua».

Soddisfatto anche Fausto Tatone: «Il Comune ha praticamente ammesso il suo errore e sta correndo ai ripari. Una bellissima vittoria, ottenuta con il rispetto delle regole, con l'intervento serio e capace dei nostri avvocati, ma soprattutto con il pungente contributo dei nostri sostenitori. La pressione creata è stata veramente forte. Noi continueremo, per consentire alla città di esprimersi su un argomento troppo importante per essere lasciato in mano a pochi: far diventare il nostro territorio una grande attrattiva turistica una volta per sempre, anche attraverso le attività rurali, da troppo tempo dimenticate, per ridare slancio e vigore all’intera economia della valle, ancora ferita».

Romana Scopano

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