Secondo le organizzazioni di categoria la struttura rischia di diventare una scatola vuota: «Molte apparecchiature costose sono inutilizzate»

Ospedale San Salvatore, nuova mobilitazione

I sindacati: troppi ritardi nei lavori della ricostruzione, c'è il rischio di spoliazione di servizi

L'AQUILA. «L'ospedale San Salvatore rischia di diventare una scatola vuota, con i cittadini dell'Aquila costretti a trasferirsi in altre strutture per usufruire dei servizi sanitari». Un'aperta denuncia che porta la firma di Anaao, Cimo, Fesmed-Sumi, Cisl Medici, Cisl e Uil sanità. Un fronte compatto contro ogni tentativo di spoliazione.

La mobilitazione del personale medico «pronto a battersi in difesa della sanità aquilana» è dietro l'angolo: «Troppe le carenze e i ritardi nella ricostruzione».  «L'attuale situazione del San Salvatore, a distanza di un anno e mezzo dal sisma, presenta ancora troppe criticità», dicono le organizzazioni sindacali firmatarie del documento, «come l'arresto dei lavori per il ripristino del Delta chirurgico, la stentata ricostruzione dell'edificio 9 dove vanno collocate le terapie intensive.

Manca all'appello anche la cardiologia, mentre dialisi, centro trasfusionale, diabetologia, anatomia patologica, medicina legale e tutto il settore amministrativo è ancora nei container. A questa situazione si aggiungono la totale mancanza di parcheggi e una viabilità caotica».  I sindacati dei medici temono un declassamento dell'ospedale aquilano: «Il piano di rientro regionale», dicono, «deve considerare il nostro ospedale come struttura Hub, cioè di riferimento.

Perché ciò avvenga è indispensabile che si conservino tutte le specialistiche presenti al 6 aprile 2009, anche in considerazione del fatto che all'interno del presidio opera la facoltà di medicina dell'Università. Ma le scelte operate di recente sembrano andare in un'altra direzione».  «Nel nuovo atto aziendale della Asl», denunciano i sindacati dei medici, «è previsto lo spostamento del servizio di emodinamica ad Avezzano.

Atto aziendale che non è stato, finora, sottoposto all'approvazione delle organizzazioni di categoria.  «Il rallentamento dei lavori di ristrutturazione del San Salvatore», affermano Anaao, Cimo, Fesmed-Sumi, Cisl medici, Cisl e Uil sanità, «è frutto di un'operazione contabile che ha congelato i fondi dell'assicurazione, ben 46 milioni di euro, per usufruire dei fondi dell'ex articolo 20, che però ancora non sono immediatamente disponibili.

Questo ha determinato la rinuncia a capitali prontamente disponibili per finanziamenti che stentano ad arrivare. Ancora una volta il sacrificio dell'Aquila ha permesso all'intera regione di ripianare i debiti. Prima del terremoto il San Salvatore era un centro di eccellenza in ambito regionale, con il tasso più elevato di mobilità attiva extraregionale.

La presenza di molte eccellenze ha permesso, un anno fa, di ospitare il G8: sono state acquistate apparecchiature costose e ad alto contenuto tecnologico che rischiano di restare inutilizzate».

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