Otefal, i 200 lavoratori oggi marciano sul Comune

Sciopero e manifestazione di protesta per l’azienda in procedura fallimentare I sindacati: aderire subito alla procedura Prodi-bis per tutelare tutti i dipendenti

L’AQUILA. Sciopero e manifestazione di protesta davanti al Comune. Scatta la mobilitazione tra i 200 lavoratori della Otefal, l'azienda di Bazzano che produce laminati, attualmente in procedura fallimentare.

Il sit-in a Villa Gioia è in programma oggi, a partire dalle 8,30. L’obiettivo è avere un confronto con il sindaco Massimo Cialente sul futuro del sito aquilano. Si bussa alle porte delle istituzioni, come primo passo. Poi, lunedì prossimo, si terrà un'assemblea aperta alla quale, oltre ai politici, sarà invitata anche la proprietà. C'è un punto fermo, nella vertenza, ribadito da sindacati e dipendenti: l'ingresso nella procedura Prodi-bis, per cui si attende il pronunciamento del tribunale. Ma la vicenda, nelle ultime settimane, ha assunto contorni poco chiari, come denunciato da Fim, Fiom e Uilm. Sembra, infatti, che l'impresa voglia tentare il fitto di un ramo d'azienda e solo in un secondo momento ricorrere alla procedura Prodi. E ancora. Si parla di un probabile distacco delle utenze, all'inizio di agosto. E questo mese i lavoratori hanno avuto l'amara sorpresa di trovare solo un acconto dello stipendio. Insomma, una situazione ingarbugliata, che genera dubbi e timori. E tanta rabbia. Era palpabile, tra i 200 operai che ieri si sono ritrovati all'interno dello stabilimento, tra macchinari fermi e merce da lavorare. Toni accesi, tante le domande rivolte ai rappresentanti dei sindacati che delineavano i possibili scenari futuri.

«Riteniamo», hanno spiegato Gino Mattuccilli della Fim, Alfredo Fegatelli della Fiom e Clara Ciuca della Uilm, «che la procedura Prodi sia l'unica possibilità di salvezza per dare certezze a tutto il personale. Del resto, è questa la strada tracciata sia durante i tavoli in prefettura sia nell'ultimo incontro al ministero delle Attività produttive. Con la “Prodi” si avrebbe la garanzia di altri 24 mesi di cassa integrazione e si potrebbero valutare le soluzioni industriali più credibili. Se invece si affitta il sito, non c'è la tutela di tutti i lavoratori e a ottobre, quando scade l'ammortizzatore sociale, potrebbero partire i licenziamenti. Di fronte a strategie poco chiare», hanno sottolineato i sindacati, «siamo pronti a mettere in campo tutte le azioni necessarie». Detto, fatto. Si inizia con la protesta di questa mattina davanti alla sede del Comune. «Il sindaco Cialente ha partecipato alle riunioni in prefettura», hanno concluso Fim, Fiom e Uilm, «e deve farsi garante delle indicazioni scaturite da quel tavolo. Le istituzioni non devono avallare soluzioni diverse». Alla Otefal sono interessate una multinazionale austriaca e una cordata italiana: sindacati e lavoratori hanno approvato il piano industriale d'Oltralpe.

Romana Scopano

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