Ovindoli, moglie assunta ai vigili urbani: sotto processo l’ex sindaco

Pino Angelosante accusato di abuso d'ufficio, nei guai anche tre ex assessori e il segretario comunale. L’avvocato Milo: «Fatti pienamente leciti, tanto che il pm ha chiesto il proscioglimento»

OVINDOLI. Ha assunto la moglie nell’organico della polizia municipale, con un contratto a tempo indeterminato, nel Comune dove lui era sindaco. Con questa accusa (abuso d’ufficio in concorso) il gup del tribunale di Avezzano Maria Proia ha rinviato a giudizio – nell’udienza fissata per il 12 ottobre del prossimo anno – l’ex sindaco di Ovindoli, Pino Angelosante. Insieme all’ex primo cittadino sono stati rinviati a giudizio, nel medesimo procedimento e con la stessa accusa, gli ex assessori comunali Marco Iacutone, Carlo Bianchini, Berardino Polla e l’allora segretario comunale Cesidio Falcone. Secondo la ricostruzione fatta all’epoca delle indagini dalla Procura della Repubblica, con l’assunzione della moglie del sindaco, avvenuta il 21 dicembre 2012, sarebbero state «eluse tutte le procedure previste dalla legge per l’accesso nella pubblica amministrazione, escludendo così altri aventi diritto al posto» e inoltre l’agente ha avuto «un ingiusto vantaggio patrimoniale». Ma prima di questa data, sempre stando alle contestazioni mosse dalla magistratura, gli indagati avrebbero compiuto una serie di azioni ritenute illecite per sostituire l’ex comandante della polizia municipale, andato in pensione dal primo luglio 2011. L’ex sindaco Angelosante, secondo il pm, per avvantaggiare la coniuge avrebbe modificato una delibera insieme agli assessori Bianchini e Polla (la numero 29 del 26 marzo 2012), disponendo l’assunzione di un agente di polizia municipale categoria C (il posto da ricoprire in origine era da comandante polizia municipale categoria D). La delibera incriminata è quella del 19 ottobre 2012. In questa stessa data il segretario Falcone aveva richiesto al Comune di Cappadocia il nulla osta per lo scorrimento della graduatoria per l’assunzione di un vigile. Operazione che, per l’accusa, dimostrerebbe «l’intenzionale e preordinata macchinazione in quanto Angelosante era a conoscenza che la propria coniuge era la prima in graduatoria nel concorso indetto dal Comune di Cappadocia quale agente categoria C; anche il segretario Falcone era a conoscenza dell’accaduto avendo fatto parte della commissione per quel concorso indetto dal Comune di Cappadocia il 13 dicembre 2008».

Il nulla osta è stato rilasciato dal Comune di Cappadocia lo stesso 19 ottobre. Al vicesindaco Iacutone viene contestato il fatto di avere sottoscritto (il 26 novembre 2012) la convenzione per l’utilizzo della graduatoria di pubblico concorso vigili urbani col Comune di Cappadocia. L’accusa aveva anche contestato la delibera di giunta (numero 133 del 18 dicembre 2012) con la quale veniva autorizzata l’assunzione della moglie del sindaco. La donna non è indagata. «I fatti contestati all’ex sindaco, agli ex assessori e all’ex segretario comunale», afferma l’avvocato Antonio Milo, «sono totalmente insussistenti poiché assolutamente irrilevanti sotto il profilo penale, anzi pienamente leciti poiché previsti dalla normativa di settore. Del resto, è stato lo stesso pm a chiedere il proscioglimento, motivando in maniera estremamente puntuale sull’insussistenza del reato contestato e illustrando chiaramente come i fatti fossero penalmente irrilevanti».

Marco Iacutone è assistito da Stefano Guanciale.

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