un anno fa la morte del professore

Palumbo: un dovere erigere un busto dedicato a Spallone

AVEZZANO. «Spallone fu l'artefice della rinascita di Avezzano dopo Tangentopoli. A una città, in cui la facevano da padrone la corruzione e il malaffare, seppe ridare fiducia e speranza». Così...

AVEZZANO. «Spallone fu l'artefice della rinascita di Avezzano dopo Tangentopoli. A una città, in cui la facevano da padrone la corruzione e il malaffare, seppe ridare fiducia e speranza». Così esordisce l'ingegnere Domenico Palumbo, ex capo dell'Ufficio tecnico del Comune di Avezzano e stretto collaboratore del Professore. Che prosegue: «Quella stagione di trasparenza e di rinnovamento è rimasta nel cuore degli avezzanesi. Tanta gente, ancora oggi, mi ferma per strada per parlarmi di Spallone. I suoi punti di forza erano la coerenza e l'affidabilità. Qualità sempre più rare tra i politici di oggi». L'ingegnere Palumbo ricorda che Spallone aveva un sogno: non essere dimenticato dalla città che amava e alla quale aveva dedicato, come sindaco, 10 anni della sua vita. «Un giorno», ricorda Palumbo, stavamo percorrendo in auto via Roma. Giunti all'incrocio con via Torlonia, all'altezza dell'ex commissariato, mi ha indicato uno spiazzo: “È lì”, disse, “che un giorno mi piacerebbe mi fosse eretto un busto e che lo spiazzo si chiamasse Largo Mario Spallone. Vorrei che te ne occupassi tu, Domenico"». Dopo la morte di Spallone, l'ingegnere Palumbo, che nel frattempo si è trasferito alla Provincia, ha fatto presente al sindaco questo desiderio del Professore. Gianni Di Pangrazio gli ha assicurato che avrebbe preso in seria considerazione la proposta. Ma dopo un anno non se n'è fatto nulla. Sarebbe interessante conoscerne le ragioni. Per questo, però, bisogna attendere che il sindaco, che si trova all'estero, torni in città. Secondo Palumbo «onorare degnamente Spallone, al quale la città deve molto, per Di Pangrazio, che con lui è cresciuto, è un obbligo morale». Intenzionato a onorare in qualche modo la memoria di Spallone, si detto anche Gianluca De Angelis, primo cittadino di Lecce nei Marsi, paese dove il Professore è nato e di cui per 15 anni, dal 1970 al 1985, è stato sindaco. «Qualche tempo fa», ricorda De Angelis, «l'opposizione, in consiglio, ha proposto di dedicare a Spallone la piazza principale. Non è però possibile. Essendo dedicata ai caduti delle due guerre mondiali, il cambio del nome potrebbe urtare la sensibilità dei familiari delle vittime».

De Angelis, comunque, ha assicurato che prenderà contatti con i familiari del Professore, per concordare una soluzione alternativa. Speriamo che dalle parole si passi presto ai fatti.

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