Parcheggio, Cialente striglia gli alleati

Sul progetto per la struttura sotterranea di piazza Duomo il sindaco lancia bordate: la partecipazione va praticata

L’AQUILA. Non ci sta a passare per l’ispiratore del project financing presentato da un gruppo di imprenditori, volto alla realizzazione del parcheggio interrato e della galleria commerciale sotto piazza Duomo. Così, dopo aver dovuto ingoiare anche il pesante attacco degli alleati di Sinistra ecologia e libertà, il sindaco Massimo Cialente è partito lancia in resta contro «chi parla per ignoranza o perché in malafede». Da giorni al centro di critiche e aspre polemiche, Cialente ieri ha convocato in tutta fretta una conferenza stampa. «Sono infastidito e arrabbiato perché nessuno può permettersi di dire che quel progetto è stato partorito dall’amministrazione comunale. È una follia». E subito l’affondo su Sel che ha bollato come «pittoresco» il metodo utilizzato dal sindaco per lanciare la proposta. «I vecchi naviganti della politica e dell’amministrazione», ha tuonato Cialente, «non sanno o sono in malafede. Io ho semplicemente detto alla città che alcuni imprenditori hanno presentato un progetto che dovrà percorrere un iter ben preciso e che probabilmente non vedrà mai la luce. Ne ho parlato semplicemente perché credo nella partecipazione e nella trasparenza, cose di cui tutti si riempiono la bocca, ma che nessuno applica. Un terreno su cui, nonostante i proclami, la politica fa fatica ad avventurarsi». Quindi il sindaco ha ripercorso le tappe, dalla presentazione del progetto a oggi. «Il 15 gennaio diedi la notizia della presentazione di questo project financing che, secondo quanto previsto dalla normativa, l’amministrazione deve valutare instaurando un procedimento atto a verificare l’interesse pubblico dell’opera. Ho fatto una campagna elettorale fondata sulla trasparenza e sulla partecipazione e la città dev’essere la prima a sapere di una proposta che, per legge, dobbiamo comunque valutare attraverso una commissione di tecnici comunali. Sono infastidito perché prima Appello per L’Aquila, poi un gruppo di intellettuali, che non sono gli unici rappresentanti della città, e ora Sel si ostinano a indicare questo come un progetto dell’amministrazione Cialente. E a chi ha definito pittoresco il mio metodo, rispondo che è evidente il tentativo della politica di mediare la tanto decantata (ma solo a parole) partecipazione. La politica continua a chiudersi a riccio, come ha fatto per la vicenda degli scrutatori. La verità è che dà fastidio che il sindaco abbia voluto coinvolgere in primis la città. Questo è il primo vero project financing del dopo terremoto. Come da legge, è già stata istituita una commissione tecnica deputata ad avviare un confronto coi progettisti. Poi verrà nominato un responsabile del procedimento e a seguire verrà convocata una pre-conferenza dei servizi per capire se, per esempio, la Soprintendenza approverà o meno il progetto che nessuno, neppure io, ha ancora visto». In quanto all’ipotesi di un referendum, Cialente ha chiarito che «questa strada potrebbe essere percorribile, perché a decidere non possono essere solo 32 consiglieri lontani, tra l’altro, dal sentire della città, nel caso di un via libera da parte della Soprintendenza. Evenienza che si annuncia piuttosto remota». Cialente ha poi invitato tutti a ricordare la vicenda della metropolitana e del «falso project financing. Se l’amministrazione Tempesta avesse affrontato la questione come noi stiamo facendo, L’Aquila non sarebbe stata costretta a sopportare il peso di un’opera faraonica e da buttare».

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