Parlano i disperati «Siamo all'Aquila per cercare lavoro»

Disperati di ogni città e paese sbarcano ogni giorno in cerca di un'occupazione nei cantieri della ricostruzione. Una volta in città, i più non sanno dove dormire e si accampano

L'AQUILA. «Andiamo all'Aquila che c'è lavoro». Il tam-tam in tutta Italia è questo. Disperati di ogni città e paese sbarcano ogni giorno in cerca di un'occupazione nei cantieri della ricostruzione. Una volta in città, i più non sanno dove dormire e si accampano.  

IL CAMPO OCCUPATO.
Alcuni, perlopiù stranieri, lavorano in nero, raggranellano a malapena la giornata e non sanno dove mangiare e dormire. Lo dice anche la polizia che «i datori di lavoro non si preoccupano più di tanto di assicurare loro una sistemazione dignitosa». Ogni giorno c'è una telefonata alla questura: «C'è un accampamento, qua gira gente strana. Venite a controllare». I blitz delle forze dell'ordine sono ormai all'ordine del giorno. Piazza d'Armi, autoparco comunale, campo Caritas, Centi Colella e, appena pochi giorni fa, il campo sportivo di Bazzano. Ultima tappa viale della Croce Rossa, la strada della nuova movida diventata un dormitorio a cielo aperto per un gruppo di nordafricani. I poliziotti arrivano, identificano chi trovano, se necessario chiamano l'Asl per gli aspetti legati al rischio sanitario. Gli irregolari ricevono il foglio di via, ma di andarsene non ci pensano nemmeno. Gli altri chiedono pietà, come gli ultimi fermati alla vecchia officina di viale della Croce Rossa. Hanno 48 ore di tempo. O portano il contratto di lavoro oppure devono lasciare immediatamente la città. «Ma noi siamo qui per lavorare», racconta Moncef, uno dei tanti migranti sbarcati col miraggio di trovare un impiego. «Il problema è che non tutti vogliono sistemare le cose per bene. Noi, se il contratto ce lo fanno, lo portiamo. Ma non è tutto così semplice». Oggi, intanto, scade l'ultimatum per i due «scampati» all'ultimo blitz.  

LE ASSOCIAZIONI.
L'unica voce sul problema alloggiativo dei migranti, un altro degli «effetti collaterali» del sisma, è stata delle associazioni che si riconoscono nel cartello «Ricostruire insieme» (Caritas diocesana, Comitato Arci L'Aquila, Rindertimi, Gentium, Iris, Pralipè, Comunità peruviani L'Aquila, Asil, Afipo, Unimondo). La proposta di trovare alloggi agli operai della ricostruzione è caduta nel vuoto nonostante diversi incontri nelle sedi istituzionali.

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