Passaggi a livello, non piace il nuovo piano

Protestano comitati e politici. Piccinini: «Una follia assoluta». Di Nicola: «Ci siamo fidati dei tecnici»

L’AQUILA. Sottopassi in zone alluvionali, con pompe di sollevamento delle acque, da realizzare alla profondità di otto metri.

Il fine dichiarato è quello di dismettere diversi passaggi a livello del tracciato ferroviario che attraversa il territorio compreso tra Sassa e San Gregorio, passando per Pile e Onna, ma il piano di Rfi non convince i cittadini, che hanno già formato un comitato spontaneo.

E mentre ieri mattina, nell’aula consiliare, maggioranza e opposizione se le davano di santa ragione (a livello dialettico), nella sala Cicerone due rappresentanti dei diversi schieramenti hanno tenuto a sottolineare le criticità del piano, almeno nella stesura che è stata proposta.

Alla conferenza stampa erano presenti il consigliere di centrodestra Alessandro Piccinini, quello di centrosinistra Giuliano Di Nicola, il portavoce del comitato “Sviluppo territoriale sostenibile dell’Aquila”, Quirino Crosta, Alessandra Vitocco, della onlus “San Gregorio rinasce”, e diversi cittadini ai quali il progetto non va proprio giù. Il piano, ha spiegato Piccinini, è già passato in Comune e lo stesso consigliere Di Nicola ha affermato di averlo votato con riserva, in assoluta buonafede. «Faccio il medico», ha detto, «e a noi fu presentato in due occasioni. A dicembre ci fu posta l’alternativa se l’investimento da 35 milioni si dovesse fare qui o se dovesse essere spostato in altra sede. Detto in questi termini non lasciava scampo, anche perché ci siamo fidati della conferenza dei servizi della Regione, con la dirigente Carla Mannetti che ha firmato. Ci siamo fidati di quello che hanno detto i tecnici. Non potevano fare in modo diverso».

Ora, però, con gli elaborati progettuali in mano, la situazione si è rivelata per quello che è. «Una follia assoluta», ha detto Piccinini, «con Rfi che si sgrava dei passaggi a livello, come vuole l’Europa, accollando la manutenzione sul Comune dell’Aquila, che non ha i soldi per poterla fare».

Per non parlare delle ripercussioni sulla viabilità, come ha sottolineato Alessandra Vitocco. A pesare sul progetto, ha rimarcato invece Quirino Crosta, la mancanza di concertazione con la popolazione, le carenze progettuali, le criticità ambientali, le interferenze con altri grandi opere in essere, l’invasività dell’opera, «la totale mancanza di una visione d’insieme di questi territori». Al comitato, nato a Sassa, si sono già uniti Onna e San Gregorio.

Ora è al vaglio l’ipotesi di ricorrere al Tribunale amministrativo regionale. Ma anche la scelta giudiziaria non sarebbe comunque quella adatta a risolvere i problemi.

Angela Baglioni

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