Patate a prezzi stracciati ma arrivano dalla Francia 

Guerra nel Fucino. Santilli (coop La Serra): «Servono più controlli sull’import» Nucci del Consorzio: «Le aziende devono unirsi per combattere le speculazioni»

CELANO. Le patate del Fucino di nuovo in lotta con i prodotti francesi. Una storia che si ripete da anni. Ma stavolta, a differenza del passato, la differenza sul mercato la sta facendo la qualità delle patate Igp prodotte nella piana marsicana.
«Ci troviamo ogni giorno a combattere contro l’arrivo dei prodotti stranieri, ma in realtà non abbiamo paura», commenta Mario Nucci, direttore del Consorzio patata Igp del Fucino, che unisce diverse grandi aziende del territorio, e membro del Covalpa, «raramente si trova in commercio un prodotto come il nostro, con una qualità altissima e unica. Non a caso la patata del Fucino Igp è richiesta in tutta Italia anche da grandi aziende come per esempio la Findus che l’ha scelta per i suoi piatti. È proprio grazie alla qualità che noi riusciamo a distinguerci sul mercato e a farci apprezzare da tutti. L’unica cosa che mi dispiace è che purtroppo nel Fucino ci sono ancora troppe poche aziende consorziate e di questa carenza ne approfittano in molti. Dobbiamo capire che l’unione fa la forza e soprattutto la differenza».
Attualmente, la patata del Fucino Igp viene venduta 1 chilo e mezzo a 0,70 centesimi, 2 chili e mezzo a 0,65 centesimi e 5 chili a 0,60 centesimi. Ci sono poi dei contadini che scelgono di vendere a campo e in quel caso il prezzo varia da 0,18 a 0,22 centesimi.
La patata in arrivo dalla Francia e commercializzata in Marsica, invece, ha un prezzo nettamente inferiore che a detta degli agricoltori è proporzionato alla sua qualità scadente. Si va dai 16 ai 18 euro a tonnellata, comprensivi di trasporto.
«Il problema più grande per noi agricoltori è che arriva sul mercato un prodotto mediocre che spesso viene spacciato per nostro», precisa Luciano Santilli, presidente della cooperativa La Serra di Celano, «il prezzo delle patate francesi è talmente stracciato che non si sa come fanno a coltivarle. Ce lo chiediamo anche noi che da una vita facciamo questo mestiere. Non riusciamo a capire come è possibile sostenere le spese dal momento che nei 16-18 euro a tonnellata è compreso anche il trasporto che costerà in media almeno 8 euro a tonnellata. È chiaro che è alla base di tutto questo c’è un’assenza di controllo non solo in Europa ma anche qui da noi. L’economia fucense si basa su patate e carote e per questo devono esserci maggiori verifiche al fine di evitare che il prodotto francese venga spacciato come prodotto del Fucino. Non possiamo dire che non ci diano fastidio», conclude il presidente Santilli, «ma cerchiamo di andare avanti ugualmente».
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