Pendolari, i viaggi-salasso

Pedaggi e benzina, tornare costa 600 euro al mese

L’AQUILA. Metti 4 euro ad andare e 4 a tornare, ora che la Viacard gratis è finita e nessuno te la ridà. Metti pure una ventina di euro di benzina, tra andata e ritorno. Fanno 32 euro al giorno, che in un mese possono diventare 660. Roseto-L’Aquila-Roseto, 80 chilometri circa: percorso minimo dei forzati dell’albergo al mare a febbraio. Senza casa, e senza esenzione per i pedaggi, il viaggio è un salasso.

LA VIACARD PERDUTA. Fino a esaurimento. Nel senso della Viacard, che non viene più erogata gratis agli sfollati. Ma anche della pazienza di chi, dopo 10 mesi dal terremoto, è ancora costretto a stare lontano dalla propria città. Lontano, sì, ma con la necessità di doverla raggiungere tutti i giorni, almeno per 20 giorni lavorativi al mese. Oppure tutti i giorni davvero, domenica esclusa, per chi lavora a scuola o chi la scuola la frequenta. Seimila persone: 3600 in albergo; 100 in albergo fuori regione; 2300 in case private sulla costa. Seimila, più o meno. Visto che con la Protezione civile se ne sono andati anche i dati aggiornati in tempo reale. Dati rimasti fermi a fine gennaio, all’epoca del passaggio di consegne al commissario Chiodi. A mancare non è solo l’aggiornamento quotidiano ma anche quello settimanale. I numeri, così, affluiscono con difficoltà, da una macchina che ancora non funziona con la stessa velocità di quella di prima. Cosa che preoccupa un po’ lo stesso commissario.

PAPÀ CASSINTEGRATO. Stava a Roseto, poi si è «riavvicinato» a Isola del Gran Sasso, da dove tutte le mattine prende la macchina per andare ad accompagnare le due figlie a scuola. È un padre cassintegrato. Era stato assunto da una ditta aquilana impegnata nel Progetto case. Ora fa l’autista per le due figlie che vanno a scuola in due zone opposte della città. «I soldi della cassa integrazione li butto ogni mattina dal finestrino della macchina», racconta Giuseppe. «Se non verrà ripristinato almeno il pedaggio gratis non so se riuscirò a fare fronte alle spese che stanno diventando davvero eccessive. Ho una casa popolare dove non si muove nulla per le riparazioni. Rischio di rimanere qui per un altro anno».

«NON SE NE PARLA». Un altro sfollato infuriato per la storia dei pedaggi è Filippo Crudele che scrive da Giulianova. «Sono ancora pendolare con mia moglie. Oltre a essere tra gli ultimi, e più penalizzati, adesso mi vedo non rinnovare la Viacard autostradale. Non se ne parla più, come se non fosse un problema per chi deve tornare all’Aquila per lavoro. Cos’è successo?». È successo che l’istanza di Chiodi alla società Strada dei parchi, il primo atto da commissario della ricostruzione, dev’essere ancora esaminata. Dalla società che il primo gennaio scorso ha aumentato del 4,7 per cento rispetto all’anno scorso i pedaggi autostradali fanno sapere che «il tavolo