Personale sanitario, pronte 3 strutture 

Serviranno a ospitare sia chi opera in ospedale sia i pazienti dimessi che non possono rientrare subito in famiglia

SULMONA. La struttura per disabili Villa Gioia e gli alberghi Sagittario e Tre Archi di Bugnara. Soluzione trovata per i sanitari e pazienti in via di guarigione da coronavirus che non possono subito rientrare in famiglia una volta dimessi dagli ospedali. L’altro ieri il sindaco Annamaria Casini, l’assessore alla Protezione civile Salvatore Zavarella, il consigliere regionale Marianna Scoccia hanno incontrato Francesco Rossi e Giancarlo Boscaino della Protezione civile regionale per individuare strutture disponibili a ospitare sanitari impegnati tutti i giorni sul fronte dell’emergenza Covid e pazienti dimessi dalle strutture ospedaliere, ma che devono aspettare alcuni giorni prima di poter tornare a casa. La soluzione alternativa arriva proprio dopo le proteste dei residenti degli alloggi del contratto di quartiere che erano stati individuati in un primo momento come sede dove ospitare i sanitari. La scelta aveva preoccupato non poco gli assegnatari, che hanno scritto una lettera a Comune, Asl e prefettura per chiedere una valutazione delle condizioni di sicurezza dello stabile, una volta aperto all’utilizzo da parte di persone in prima linea sul fronte dell’emergenza.
«Dopo un confronto in Comune, volto a stabilire le priorità delle prossime ore, siamo andati a fare una serie di sopralluoghi per reperire alloggi per il personale sanitario e per i pazienti clinicamente guariti, ma in attesa della negativizzazione del tampone», spiega l’assessore Zavarella. «Voglio ringraziare di cuore Sante Ventresca e il direttivo dell’associazione Aias per Villa Gioia e la proprietà dell’hotel Sagittario a Bugnara per aver messo a disposizione le loro strutture alle condizioni economiche dettate dalla Protezione civile regionale, rinunciando così a un guadagno economico più consistente». Zavarella lancia, poi, un appello a tutti. «Ora la situazione è ancora gestibile, ma la mia coscienza mi impone di preparare la città anche all’ipotesi peggiore», aggiunge. «Bisognerà pensare alle persone da sottoporre a quarantena sia preventiva sia successiva. Potrà esserci bisogno, quindi, di un numero considerevole di alloggi».
Anche il Comune di Pratola Peligna ha individuato una struttura sul territorio comunale. «Abbiamo chiesto al sindacato», dichiara il sindaco Antonella Di Nino, «di conoscere il numero esatto degli operatori sanitari da accogliere e contattato subito gli uffici della Protezione civile regionale, per i necessari chiarimenti a livello amministrativo e per le spese da sostenere, chiedendo agli uffici del Comune una verifica degli immobili idonei all’uso e da poter allestire con una certa urgenza e abbiamo già ottenuto per le vie brevi la disponibilità di una struttura alberghiera locale».
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