Pezzopane: «Basta falsità Non sono indagata»

La senatrice va in Procura e appura che non c’è l’avviso di garanzia Solidarietà dal Pd. In arrivo una denuncia per calunnia e diffamazione

L’AQUILA. La senatrice Stefania Pezzopane va in Procura alla ricerca dell’avviso di garanzia, ma non lo trova. A quel punto arriva lo sfogo postato su Facebook: «Basta falsità, non sono indagata». Nei giorni scorsi, infatti, a seguito del contenuto di un verbale di interrogatorio in cui l’imprenditore ciociaro Angelo Capogna, amministratore della Saridue srl (società che nella Marsica ha gestito la pubblica illuminazione in sette Comuni al centro di un’inchiesta) l’accusava di aver preso 10mila euro sottobanco in occasione della campagna elettorale delle Provinciali del 2010, la parlamentare aquilana è finita nel mirino per presunti finanziamenti illeciti, con atti trasferiti dalla Procura di Avezzano a quella dell’Aquila.
«Ho avanzato ufficiale richiesta alla Procura di conoscere la mia posizione ai sensi dell’articolo 335 del codice di procedura penale. La stessa Procura ha rilasciato un certificato a mio nome dal quale risulta, con chiarezza, che non sono iscritta nel registro degli indagati».
La richiesta, in particolare, è stata fatta tramite il suo avvocato Piermichele De Matteis che era con lei ieri negli uffici giudiziari. Dunque, non esiste nemmeno un fascicolo.
«Essere indagati, peraltro», ha commentato la senatrice, «non significa nulla ed è una tutela per tutti i cittadini. Ma non è valso per me, nemmeno indagata, ma immediatamente perseguitata. Questo significa che da due giorni circolano notizie false su di me, senza che si sia fatta una verifica. Succede troppo spesso, questo è profondamente sbagliato. Ed ha a che vedere con la forza di una democrazia. Per questo ripeto: basta falsità. Per quanto riguarda le presunte dichiarazioni che ho appreso dalla stampa rese da Angelo Capogna e che mi riguardano, la magistratura, in cui confido pienamente, sta compiendo il proprio dovere e sono certa che farà piena luce, giungendo alle giuste conclusioni su una vicenda che mi vede totalmente estranea ai fatti e alla circostanze riferite».
Marco Rapino, segretario Pd Abruzzo, è intervenuto a sosteno della parlamentare: «Dal momento in cui, a mezzo stampa, è stato comunicato che Stefania Pezzopane sembrava essere indagata», ha detto, «abbiamo dimostrato massima fiducia nella magistratura, nel lavoro che essa svolge e abbiamo dimostrato massima serenità nei confronti della stessa Stefania, nostra senatrice e rappresentante della nostra Regione in Senato. Oggi tutto quello che abbiamo dimostrato in questi giorni, fiducia e serenità, è stato confermato dal fatto che la senatrice Pezzopane non è iscritta nel registro degli indagati della Procura dell’Aquila. È stato affermato il falso. Chiunque decida nella vita di assumersi incarichi inerenti alla gestione della cosa pubblica è giusto sia sottoposto a controllo e indagini che, comunque, non sono sinonimo di colpevolezza. Noi andiamo avanti sulla nostra strada quella della democrazia, quella del rispetto delle persone e quella di chi non si ferma e non ferma la sua missione politica perché sottoposto pubblicamente a un’accusa infondata. Siamo convinti che i cittadini, al momento giusto, sapranno scegliere quale è la strada giusta per loro e per le future generazioni».
Non è finita qui. È probabile che nei prossimi giorni l’avvocato della senatrice, a tutela della sua assistita, presenti una denuncia per calunnia e diffamazione. Difatti Capogna, in un interrogatorio rilasciato davanti all’autorità giudiziaria di Avezzano, ha sostenuto di avere consegnato a lei dei contributi elettorali in un paio di occasioni. La consegna di questi soldi sarebbe stata fatta all’Aquila. Per questo motivo gli atti sarebbero stati trasferiti per competenza territoriale alla Procura del capoluogo di regione. Che, però, non sembra aver dato peso a quegli atti visto che, al momento, a carico della parlamentare, non c’è nulla.
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