Piazza stracolma di gente per la Madonna che scappa

Un’immensa macchia di colore a fare da cornice allo spettacolare rito di Pasqua La statua ha perso il mantello nero e la città esulta: sarà un anno positivo

SULMONA. Uno scenario bellissimo. Un’immensa macchia di colore. C’era gente in ogni angolo di piazza Garibaldi, domenica, per la tradizionale corsa della Madonna che scappa. Strutture ricettive piene e così pure le strade del centro cittadino. E la città ha riscoperto tutta la sua bellezza, intorno al rito più suggestivo della sua Pasqua, quello della Madonna che scappa. Inutile provare a modernizzarne il nome. La Madonna a Sulmona la mattina di Pasqua “scappa” e basta. E pure quel nodo in gola che lascia ogni volta a chi la guarda non ci sono altre parole per descriverlo. Anche quest’anno la sacra rappresentazione, organizzata dalla Confraternita della Madonna di Loreto, si è ripeuta secondo tradizione davanti a 20mila persone. Era da poco passato mezzogiorno quando la statua della Vergine è uscita dalla chiesa di San Filippo Neri, dopo la triplice chiamata degli apostoli Giovanni e Pietro. Un cammino lento e cadenzato fino al Fontanone. Qui pochi sguardi, i comandi del sacristano d’onore alla quadriglia della corsa (Angelo La Civita , Marco La Gatta, Giampaolo Luongo e Rossano Guidi) e poi il via.

Una manciata di secondi nel corso dei quali la statua della Vergine ha perso il mantello nero che ha lasciato il posto ad uno splendido vestito verde. Spari, volo di colombi e una rosa rossa nella mano. Fino all’abbraccio con il Cristo risorto, nei pressi dell’acquedotto che incornicia piazza Garibaldi.

«È una grande emozione, è come se fosse sempre la prima corsa», ha detto Angelo La Civita, alla sua terza edizione. «È una delle cose più belle della mia vita, come pure questa statua è tra le cose più belle della città». Alla prima corsa, invece Rossano Guidi. «È stato davvero emozionante», le sue parole. «Fino a quando non siamo arrivati al fontanone l’ansia era grande poi, una volta chiamati i comandi, l’emozione è stata fortissima. La dedico a mia figlia Lucrezia».

Perfetta l’esperta guida di Francesco De Sanctis. «È Pasqua di gioia e di resurrezione», la riflessione del vescovo, monsignor Angelo Spina, che in piazza Garibaldi ha celebrato la messa prima dell’inizio della manifestazione. «Il centro della Pasqua è Cristo crocifisso, sembra lo sconfitto del Venerdì Santo, ma il giorno di Pasqua la pietra viene rotolata via dalla tomba e Cristo risorge».

«Una splendida corsa in questa cornice di pubblico e di fedeli venuti anche da fuori», è stato il commento del commissario della Confraternita lauretana, Pietro Ciccarelli, «e questo ci riempie di gioia». La corsa è andata bene. Per la città sarà un buon anno.

Annalisa Civitareale

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