Polacco disperso sul Gran Sasso, può essere il giorno decisivo

6 Dicembre 2025

Se il tempo lo permetterà, oggi i soccorritori cercheranno di raggiungere i tre punti indicati dalla traccia gps dell’orologio

L’AQUILA. Continuano le ricerche del polacco di 44 anni, Karol Brozek, disperso sul Gran Sasso dallo scorso 19 novembre, data in cui le immagini delle telecamere lo hanno ripreso per l’ultima volta uscire dal camper che aveva noleggiato per questo viaggio, assieme ai due fedeli amici a quattro zampe, rimosso qualche giorno fa da una ditta specializzata su disposizione delle autorità competenti. Oggi le ricerche dei soccorritori, tempo permettendo, si concentreranno nei tre punti indicati dall’orologio Garmin dell’uomo che ha il gps installato. Ieri il maltempo ha condizionato le operazioni. L’ipotesi più accreditata è che Brozek stesse scendendo dalla “Direttissima”, dunque maggiore attenzione si concentrerà sull’inizio della discesa. Esistono delle posizioni che sono state fornite dalla casa costruttrice dell’orologio che, grazie al gps, è riuscita ad avere questi dati.

Il dispositivo può sbagliare di qualche metro con l’approssimazione ma in quelle zone, essendoci una forte pendenza, i metri possono essere molti di più nella realtà. Dall’orologio Garmin sono venute fuori tre posizioni: un punto mentre si sale dalla “Normale”, uno nella vetta del Corno Grande e uno nella “Direttissima”. Una delle ipotesi è che l’uomo potrebbe essere caduto. La differenza tra un punto e l’altro sarebbe di 40 minuti circa di percorrenza quando in realtà, in condizioni normali, si impiegherebbero solo 10 minuti per quei tratti. Tutti dati che si stanno esaminando. Da quel che si apprende sarebbero comunque segnali di giorni fa, poi non si sarebbe mosso più nulla.

Intanto, come si legge nella pagina social della sorella Diana, è stata attivata in Polonia una raccolta fondi per organizzare, a quanto pare, delle spedizioni di ricerca private e per l’acquisto di termocamere, droni e altri materiali che potrebbero essere utili. La sorella spiega di aver contattato delle aziende private che hanno richiesto però dei costi altissimi per i materiali tecnici. L’ambasciata polacca in Italia continua a seguire il caso, la donna aggiunge di non volersi dare per vinta perché è convinta che il fratello sia vivo. Aggiunge che sono indicazioni date dai sensitivi che ha contattato e di cui si fida, che hanno parlato di un Karol vivo, in uno stato di ipotermia profondo ma vivo. La sorella non si arrende e si sta servendo anche dell’aiuto di un capitano dell’esercito che vive da trent’anni in Italia.

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