Politica a Tagliacozzo, il futuro è donna

TAGLIACOZZO. Sono due i tratti che caratterizzano le nuova giunta di Tagliacozzo, guidata da Vincenzo Giovagnorio: la giovinezza e il riconoscimento, non formale, della parità tra uomo e donna. Una vera rivoluzione per Tagliacozzo. Tre dei quattro componenti l’esecutivo, Chiara Nanni, Manuela Marletta e Giuseppe Mastroddi, hanno un’età compresa tra i 28 e i 35 anni. E sono alla prima esperienza amministrativa. Ciò, però, più che un limite, come pensano alcuni, potrebbe costituire un punto di forza. L’incarico ricoperto rappresenta per loro una sfida. E per vincerla, c’è da esserne certi, ce la metteranno tutta. Non possono deludere le aspettative di una città ridotta allo stremo. Sono volti puliti, non hanno interessi personali da difendere, vivono un’età in cui più che andare alla ricerca di compromessi si coltivano sogni. E uno dei loro sogni è sicuramente quello di poter vivere in una città in cui i giovani possano guardare al futuro con speranza. E non essere costretti a fare i bagagli. Un sogno che possono realizzare. Purché, nell’espletamento del loro mandato, sappiano preservare l’integrità morale e l’onestà. Sicuramente gli capiterà di imbattersi in delle Sirene, ma facciano come Ulisse, che per non sentirle si turò le orecchie. L’altro elemento che caratterizza la giunta è la sua composizione. Su quattro assessori – Roberto Giovagnorio, Giuseppe Mastroddi, Chiara Nanni e Manuela Marletta – due sono donne. Non era mai successo. Finora a Tagliacozzo le donne che hanno ricoperto la carica di assessore sono state appena quattro: Rosa D’Alessandro (giunte Salciccia e Valentini), Antonella Tiberi (giunta Casale) Chiara Buzzelli (seconda giunta Casale), Rossella Buzzelli (giunta Pendenza). Dunque il numero di donne-assessore dell’attuale giunta è esattamente la metà di quello che Tagliacozzo ha avuto in 70 anni. Va rilevato inoltre che Chiara Nanni è anche vicesindaco, carica ricoperta in passato solo da Rosa D’Alessandro. Erano gli anni ‘50 e ‘60. Con questi dati, si faticava a non definire Tagliacozzo una città maschilista.

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