Primarie Pd con Lolli o Pietrucci Sinistra radicale e civici insieme

Fronda socialista anti-Cialente con l’alleanza tra l’ex assessore comunale De Santis e Padovani A destra pronti D’Eramo e Biondi, Liris prova a ricucire. De Matteis e Silveri vogliono dire la loro

L’AQUILA. Lolli o Pietrucci? La scelta, in capo al Pd, del nome da indicare per le primarie del centrosinistra in vista delle amministrative 2017, ha sullo sfondo i temi del referendum e dello scontro generazionale. Lolli – che già nel 2012 era pronto a scendere in campo prima di cedere il passo a un Cialente che non volle per nessun motivo farsi da parte – è pronto a candidarsi. Ma, da politico navigato, sa bene che uscire allo scoperto troppo presto significa bruciarsi. La linea di confine è gennaio.

GLI SCENARI. Lolli, nel centrosinistra, è ritenuto il più capace a tenere insieme la coalizione, vista la grande esperienza. Le sue doti di mediatore sono state evidenziate, ad esempio, nel dibattito sul Gran Sasso tra conservazione e sviluppo. Lolli, tuttavia, può essere anche un’ottima garanzia di continuità per Cialente e tutta la vecchia guardia Pd, mentre tutt’intorno spira un vento di rinnovamento che parte del centrosinistra vorrebbe intercettare. Con Lolli sindaco, l’ipotesi di Cialente suo vice non è peregrina. E questo potrebbe penalizzare il vicepresidente della giunta regionale. Pietrucci, dal canto suo, ha meno battaglie alle spalle. Tuttavia ha più presa tra i cosiddetti rottamatori. Meno presa nella sinistra ambientalista per il discorso della riperimetrazione dei parchi. Impensabile che Lolli possa fare il secondo di Pietrucci. La frattura generazionale è un dato di fatto.

REFERENDUM. Se passa il referendum e resta l’Italicum, il nodo da sciogliere è quello dei posti per la Camera nel collegio L’Aquila-Teramo. Il capolista è bloccato e di nomina della segreteria nazionale, gli altri si affannano a caccia di preferenze. In quest’ottica la senatrice Stefania Pezzopane aspira alla prima posizione, mentre Cialente, lasciato il Comune, pensa di sfruttare ancora l’onda lunga del suo decennio al Comune. Pietrucci sta alla finestra pronto a occupare il posto che si libera. Se vince il no al referendum si rimetterebbe tutto in discussione col possibile voto politico che farebbe spostare a sinistra la coalizione anche a livello locale. Lolli e Pietrucci, del resto, sono tra i pochi a non esporsi sul referendum.

IL NODO PIETRUCCI. La soluzione Pietrucci candidato sindaco potrebbe piacere anche a Luciano D’Alfonso, visto che libererebbe un posto in consiglio regionale per il marsicano Giovanni D’Amico. E il resto della coalizione? Tutti fanno la corte a Rifondazione e Sel, considerate antidoti al grillismo. La sinistra radicale fa prove tecniche di unità: Rifondazione e Sel possono aggregare anche i civici. Questo darebbe pari chance a Enrico Perilli, Ettore Di Cesare e Giustino Masciocco. L’assemblea provinciale Pd sceglierà un solo candidato alle primarie. La sinistra radicale non parteciperà alle primarie. In ribasso le quotazioni di Americo Di Benedetto, che potrebbe giocarsi la partita alle Regionali. I Socialisti sono divisi in due: da un lato Marco Fanfani e Giancarlo Vicini che stanno con Lolli-Cialente, dall’altro Gianni Padovani, anti-Cialente come l’ex assessore Idv Lelio De Santis. Ufficialmente estraneo ai partiti il movimento che si sta aggregando attorno alla figura del vicesindaco Nicola Trifuoggi.

A DESTRA. A destra sono ufficiali le discese in campo di Luigi D’Eramo (Noi con Salvini) e Pierluigi Biondi (Casapound). In Forza Italia Guido Quintino Liris lavora per rimettere insieme i pezzi. Si muove anche l’ex manager Asl Giancarlo Silveri e non rinuncia a un ruolo di primo piano Giorgio De Matteis.

CINQUE STELLE. Anche tra i grillini ci sono due correnti e due potenziali candidati: Fausto Corti e Marilena De Ciantis.

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