Prodotti tipici, idea di rilancio

Nasce un nuovo marchio creato da sette aziende locali.

L’AQUILA. Sette aziende aquilane lanciano un unico consorzio al fine di rilanciare i prodotti tipici del territorio nella grande distribuzione e nel commercio al dettaglio, per far ripartire l’economia locale ed evitare l’esodo degli imprenditori locali. Nasce così il marchio «Prodotto a L’Aquila» fondato in seno alla Confcommercio provinciale che intanto chiede una riperimetrazione della zona rossa.

Il consorzio ha alla guida due imprenditrici locali, Natalia Nurzia e Roberta Pietrantonj. «Si tratta di un segnale importante per le nuove generazioni», ha commentato il direttore di Confcommercio, Celso Cioni, «e un nuovo approccio socio-economico, che sia strettamente legato alla promozione territorio».

Il Consorzio è costituito da sette fondatori. Si tratta di Fratelli Nurzia, Cantine Pietrantonj, Fratelli Properzi, Antichi Sapori De Paulis, Dolci Aveja, Panificio «Peppinella» e «Dolceria dell’Orso», sta lavorando con successo alla distribuzione dei propri prodotti, in Italia e all’estero, attraverso la grande distribuzione ed il commercio al dettaglio, con un logo realizzato da Piero Gratton all’indomani del sisma. Un’offerta che sposa la tradizione alimentaria centenaria a strategie innovative di distribuzione. La Confcommercio nazionale sostiene attivamente l’iniziativa, e molti fondi continuano ad essere raccolti dalle associazioni di categoria nel Paese, per sostenere i prodotti aquilani, ma è necessario, per il direttore Cioni: «non commettere gli errori del passato, in questa nuova fase di sostegno, finanziando imprenditori di fuori che lasceranno il territorio, garantendo invece contributi e sgravi a chi è nato qui».

Tra le possibilità c’è quella di sfruttare la rete di distribuzione della catena commerciale «El Corte Ingles» una delle principali nella Penisola Iberica. «Una rete enorme», ha aggiunto Cioni, «se solo si conta che i dipendenti dei vari centri commerciali sono oltre 120mila complessivamente. Si tratterebbe inoltre di un incontro strategico, in quanto questa rete possiede un grande tour operator che può costituire un volano per le nostre terre». A tal proposito, Confcommercio chiede anche un rinnovato impegno alla Regione Abruzzo, perché si arrivi a proporre pacchetti turistici, legati al territorio e ai propri prodotti: «la zona franca dovrà essere costruita con logiche diverse», ha proseguito Cioni, «bisogna sostenere l’economia locale, anche la Regione dovrà convincersi che questa, è la strada giusta per lo sviluppo».

Alcune delle aziende coinvolte hanno ancora parte delle strutture condizionate dal terremoto. Moltissime ancora, le attività del centro storico che non possono ripartire perché situate all’interno della zona rossa.
Celso Cioni ha detto che l’Ascom richiederà ufficialmente una riperimetrazione della zona rossa, nel centro storico dell’Aquila, in modo che si amplino le aree praticabili in centro, dove possano ricominciare le piccole attività commerciali.
«Stiamo accelerando i progetti a Bazzano e a Piazza d’Armi», ha commentato il direttore, «perché possano ripartire anche altre attività, nei villaggi che abbiamo progettato; ma occorre una maggior interazione con le istituzioni, anche in riferimento alla delibera comunale che fissa a tre anni, il termine massimo per l’insediamento di attività commerciali in via provvisoria». Un margine troppo breve, secondo la Confcommercio, considerato che se non si investirà per dodici anni, le attività non avranno la certezza di poter ammortizzare i costi sostenuti per gli investimenti.