Quegli incarichi a un padre e a un cugino

Secondo l’accusa l’assessore Venturini ha favorito l’impresa di famiglia e l’architetto un altro familiare

TAGLIACOZZO. Presunti favori per far lavorare anche parenti. È quanto emerge dall’inchiesta. In particolare, nell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari si fa riferimento a pressioni in giunta, fatte dall’assessore Gabriele Venturini, ai domiciliari, per favorire anche l’impresa del padre, Paolo. Quest’ultimo, gestore della “Aurora srl” di Tagliacozzo, non è indagato.

C’è un’intercettazione, fatta dai carabinieri nell’ottobre 2015, in cui Maurizio Di Marco Testa e Angelo Poggiogalle, vicesindaco, stigmatizzano le pressioni fatte in giunta dall’assessore alla Cultura, Venturini, per favorire il padre Paolo e l’altro imprenditore Alessandro Di Michele.

Poggiogalle: «...Gabriele però insomma certe cose so’ pure, ha fatto lavorà il padre, sta quella cosa, quella de (incomprensibile) De Michelis pure quella (incomprensibile) c’ha portata quella loco te recurdi quando venne de aumentà la... l’indennizzo per chiedere aglio Festival della Veronica, dico ma che è normale quello, è un comportamento corretto? Che te la porto in giunta, se mette a piagne, che ha fatto... te recurdi no?»

Di Marco Testa: «Mbè?»

Poggiogalle: «È (incomprensibile) e quiglio è venuto a piglià quiglio deglio padre e quiglio de Michele il giorno appresso...»

Di Marco Testa: «Ma e Carlo (Tellone) che t’ha ditto, non so capito?»

Poggiogalle: «E Carlo (Tellone) dice vabbè, insomma, so’ cose un po’ forzate che non dovevano fa, che cazzo le va a fa’, e però Gabriele s’era ’mparato bene, capito come funziona, eh».

Secondo l’accusa, sarebbero state alterate le procedure. In particolare, per un progetto grafico sarebbe stato favorito Di Michele (spesa di 8mila 500 euro). Gli opuscoli stampati, evidenzia il pm «in sede di acquisizione documentale il 26 ottobre 2015 venivano trovati su uno scaffale accatastati nella sala per le riunioni della giunta con buona pace della funzione divulgativa».

Altro presunto episodio, sempre stando all’accusa, riguarda la vicinanza del sindaco «a favore di Giancarlo Bonifaci, cugino di Carlo Tellone». Alla ditta di Bonifaci, la A.B. Costruzioni, sarebbero stati affidati lavori di ristrutturazione e ripristino di un locale commerciale di proprietà della moglie del sindaco. La ditta di Bonifaci avrebbe poi svolto i lavori per la scalinata della chiesa di Villa San Sebastiano. Un altro degli incarichi sospetti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA