Rapina con sparatoria nel Fucino

Giovane picchiato e sequestrato da una banda, fermate quattro persone

AVEZZANO. Lo hanno picchiato e sequestrato per portargli via 200 euro e la tessera sanitaria. Erano in otto nel blitz avvenuto nella notte tra venerdì e sabato in un casolare della piana del Fucino che ha avuto come scenario l’ambiente degli stagionali nordafricani impiegati nell’agricoltura. Il raid si è concluso poche ore dopo l’allarme lanciato dagli amici del rapinato con il fermo di quattro marocchini.
A bloccare gli immigrati sono stati i carabinieri del nucleo operativo con i militari di Celano e dell’area del Fucino.

Retroscena. Mettere insieme una banda di otto persone per rapinare un connazionale che fa il bracciante lascia perplessi. E, infatti, gli inquirenti vogliono capire se dietro a quella che appare una spedizione punitiva ci sia ben altro che una semplice rapina. Per questo stanno cercando di approfondire l’esistenza di eventuali rapporti tra il sequestrato e chi lo ha prelevato con la forza per portarlo in una zona di campagna per rapinarlo.
Avvertimento, racket o conti in sospeso da regolare tra le possibili ipotesi.

I fermi. A finire in carcere, in attesa della convalida del fermo con l’accusa di rapina e sequestro di persona, sono stati A.E.M. 21 anni, M.T., 23, B.K., 27 e R.J., 25 anni. Tutti clandestini. Dell’episodio si sta occupando il sostituto procuratore, Federica De Maio.

L’irruzione. Gli otto protagonisti dell’irruzione sono arrivati di notte davanti al casolare a bordo di due auto. Sapevano di trovare altri connazionali e, armati di pistole e coltelli, sono entrati minacciando i quattro marocchini che stavano dormendo. L’attenzione del commando si è concentrata subito su uno del gruppo che, dopo essere stato minacciato e preso a botte, è stato obbligato a seguirli in auto in direzione di Ortucchio. Per intimidire gli altri rimasti in casa sono stati esplosi anche dei colpi di pistola a salve, secondo quanto ricostruito dai carabinieri.

La rapina. Il sequestrato, da pochi giorni nel Fucino e in regola con il permesso di soggiorno, è stato portato in una zona isolata di Ortucchio dove sotto la minaccia delle armi è stato costretto a consegnare i 200 euro e la tessera sanitaria.
Ottenuto il «bottino» lo hanno di nuovo caricato in macchina e riportato nel casolare.

L’allarme. Quando la gang è arrivata davanti all’abitazione ha trovato ad attenderla i carabinieri con tre equipaggi. A quel punto la banda ha deciso di abbandonare il connazionale in mezzo alla strada e di darsi alla fuga. Sono scattate le ricerche, coordinate dal capitano Michele Borrelli, e, grazie alla testimonianze del rapinato e dei suoi amici, i carabinieri sono riusciti a individuare quattro degli otto autori del raid.

Le indagini proseguono. Di grande utilità per risalire ai protagonisti della vicenda è stata anche la conoscenza del territorio dei militari, soprattutto nell’ambito del contrasto al fenomeno della clandestinità. Informazioni precise hanno portato i carabinieri a un appartamento di Gioia dei Marsi dove i quattro sono stati trovati a letto ancora vestiti.
Una situazione che, stando agli investigatori, avrebbe potuto anticipare una probabile fuga. L’auto dei marocchini finiti in cella è stata sequestrata, mentre le indagini proseguono per rintracciare anche gli altri quattro componenti la gang.

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