Reperti preistorici o egizi: si svelano gli ultimi tesori 

Domani un convegno per illustrare i risultati di recenti campagne archeologiche Dal villaggio del Neolitico di Lecce ad Alba Fucens, fino al restauro a San Giovanni

AVEZZANO. La Marsica miniera inesauribile di tesori archeologici. Per farsene un’idea basta seguire il convegno che si terrà domani, a partire dalle 11, al Teatro dei Marsi di Avezzano, nel quale il professor Cesare Letta si soffermerà sulle scoperte fatte durante le campagne di scavi degli ultimi anni, dirette dalla Soprintendenza archeologia coordinata da Emanuela Ceccaroni.
VILLAGGIO PREISTORICO
Nel luglio 2019, è stato scoperto un villaggio preistorico, risalente al Neolitico antico, cioè a circa 8.800 anni fa. Il ritrovamento è avvenuto durante gli scavi che l’Università di Pisa, in stretta collaborazione con la Soprintendenza, stava eseguendo in località Rio Tavana, alle porte di Lecce nei Marsi. La campagna di scavi era coordinata da Cristina Petrinelli Pannocchia, dell’Università di Pisa. Il Neolitico fu un periodo rivoluzionario, caratterizzato, oltre che dall’introduzione della pietra levigata e della ceramica, anche dall’agricoltura e dall’allevamento. Nacquero così i primi villaggi, costruiti generalmente in prossimità di fiumi, come quello a Lecce nei Marsi.
TABERNAE
Nel 2020, ad Alba Fucens sono venute alla luce le ultime due tabernae (negozi), delle nove esistenti, lungo via del Miliario e interessantissimi reperti egizi riportati dai soldati di Alba che nelle guerre puniche hanno combattuto a fianco dei romani contro i cartaginesi.
AFFRESCO
Sono venuti alla luce anche i resti del Castello di Pietraquaria, che potrebbe avere ospitato l’imperatore Federico II di Svevia, durante i sopralluoghi eseguiti per verificare l’andamento dei lavori da lui disposti per ripristinare l’Emissario di Claudio; un pregevole affresco del Trecento, in buon stato di conservazione, durante i lavori di restauro della chiesa di San Giovanni di Avezzano, e la “decima” del 1327 dall’Archivio segreto del Vaticano.
CULTO IMPERIALE
Un cenno particolare merita la scoperta fatta dal professor Cesare Letta, dell’Università di Pisa, sul culto imperiale dei Marsi. Culto che ha dedotto da un attento esame di un’iscrizione, con cinque busti dei Cesari (da Augusto a Claudio), rinvenuta nel 1979 a Lecce nei Marsi e custodita al Castello di Celano. L’iscrizione fu donata, tra il 31 e il 37 d.C., da Aulo Virgio Marso, comandante di due coorti sotto Augusto, al Vicus Anninus (Lecce nei Marsi). I ritratti, un segnale di lealtà verso il regime, venivano custoditi in un santuario. In occasioni di cerimonie in onore del principe, venivano infilzati su delle aste e portati in processione con delle libazioni (incenso e vino) offerte non al culto dell’imperatore ma al suo genio. Queste ed altre scoperte fanno parte di un corposo volume, contenente gli atti di un convegno sull’archeologia tenutosi al Castello Orsini nel novembre 2021 e ora pubblicato dall'Archeoclub della Marsica, presieduto da Laura Saladino, alla quale l’avvocato Umberto Irti, fondatore e presidente per 40 anni dell’associazione, ha passato il testimone.