Rifiuti di cantieri edili scaricati all’aeroporto

Blitz interforze allo scalo di Preturo. Sequestrata area di 20mila metri quadri Sei indagati: i vertici della X-Press, un ingegnere comunale e 3 imprenditori

L’AQUILA. Traffico illecito di rifiuti provenienti dalle macerie di edifici privati distrutti dal sisma del 2009, è l’ipotesi di reato di un’inchiesta della Procura in cui sono indagate sei persone: esponenti della società X-Press che gestisce l’aeroporto dei Parchi di Preturo, un ingegnere del Comune e tre imprenditori. Questa la ragione del mega-blitz che ieri mattina hanno fatto allo scalo di Preturo Forestale, squadra Mobile e Finanza.

Le sei persone indagate devono rispondere delle ipotesi di reato di traffico illecito di rifiuti speciali e di discarica abusiva. Durante la fase investigativa si è accertato, a detta della Procura, che le ditte di trasporto prelevavano da 4 cantieri edili insistenti su edifici demoliti, dell’Aquila, terra e materiale di risulta, per poi trasportarli e scaricarli all’interno dell’area aeroportuale al fine di allungare la pista; il tutto in assenza di autorizzazioni al deposito e documenti di trasporto, senza che, peraltro, il materiale venisse analizzato e trattato.

Il gip Guendalina Buccella ha autorizzato anche il sequestro di sei autocarri appartenenti a due ditte – l’una aquilana, l’altra reatina – e beni nella disponibilità della X-Press srl (che nel suo oggetto sociale ha anche quello dello smaltimento di rifiuti speciali), fino alla concorrenza di 36000 euro: la cifra che, per l’accusa, la X-Press ha risparmiato per avere evitato le autorizzazioni.

Indagati Mario Corridore, ingegnere, dirigente del Comune dell’Aquila referente per l’Ufficio Sviluppo della struttura aeroportuale; Corridore è indagato per avere espresso telefonicamente un parere tecnico sul posizionamento del terreno durante i lavori per la sistemazione della resa, ovvero l’area di sicurezza di fine pista, come chiesto dall’Enac; Giuseppe Musarella, amministratore delegato della società X-Press, Ignazio Chiaramonte, direttore commerciale, Rachele e Antonio Lunari, della Lunari srl di Rieti e Piero Negrini, della Delta Impianti sas dell’Aquila. Anche Chiaramonte è finito sotto inchiesta in quanto, dopo una telefonata intercettata, è parso alla Procura essere del tutto consapevole dell’attività di smaltimento illecito.

Le indagini coordinate dal procuratore Fausto Cardella e dal pm Fabio Picuti, sono scattate diversi mesi fa. Secondo l’accusa, sono stati illecitamente trasportati, scaricati e smaltiti, senza le prescritte autorizzazioni, ingenti quantitativi di macerie, tra cui mattonelle, mattoni, marmi, ferro, tubi e calcestruzzo, asfalto e pezzi di guaina.

Più di 300 gli scarichi effettuati dai sei automezzi sequestrati, con diversi autocarri, provenienti dall’Aquila e Rieti, tra i mesi di marzo e di maggio del 2014, ripresi e documentati dalla Sezione criminalità organizzata della Squadra Mobile che ha individuato anche il sito di scarico interno all’aeroporto. Qui, il Nucleo di polizia giudiziaria ambientale del Corpo Forestale dello Stato, di recente costituito presso la Direzione distrettuale, con la collaborazione del Nucleo investigativo di polizia ambientale Forestale, del Comando provinciale della forestale, ha accertato la presenza dei rifiuti speciali. Il Nucleo di Polizia tributaria della finanza dell’Aquila, infine, si è occupato degli accertamenti bancari, fiscali e tributari.

Oltre ai reati ambientali c’è una contestazione di illeciti amministrativi riguardanti specificatamente la società X- Press. Questo «per non avere adottato un modello di organizzazione e gestione idoneo a prevenire reati della specie di quello che si è verificato con conseguente profitto di rilevante entità». Contestazioni simili, sempre in tema civilistico, sono fatte anche alla società Delta impianti e alla società Lunari srl. Gli investigatori hanno anche utilizzato delle intercettazioni e dei pedinamenti. Le forze dell’ordine hanno anche pedinato un autocarro al fine di rilevare quale fosse la provenienza della terra a ridosso della parte finale della pista di atterraggio. Questo pedinamento si è concluso nei riguardi di un autocarro nei pressi del complesso residenziale Solaria dove c’è un cantiere. Più in particolare il materiale di risulta proveniva da cantieri che si trovano in via Antica Arischia, in via Chieti e in via Pescara.

Altro importante supporto alle indagini, da parte della Mobile, consiste nei filmati di una telecamera davanti all’ingresso dell’aeroporto.

Dalle visioni sono risultati essere stati effettuati circa 300 scarichi di materiali per un volume complessivo di 5mila metri cubi. Gli indagati sono assistiti dai legali Roberto Madama, Giuseppina Gizzi e Francesca Caccia.

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