L'AQUILA

Rimosso il nome Defregger, vescovo della strage nazista / VIDEO

Il comune tedesco di Pöcking, dove visse, cancella la denominazione della strada. Diventerà “Filetto-Weg” in onore della frazione dove, da militare, ordinò l’eccidio

L’AQUILA. Il 7 giugno 2023, tra una settimana, Filetto – frazione del Comune dell’Aquila – come ogni anno ricorderà la strage nazista di 79 anni fa che causò 17 vittime e l’incendio di gran parte del paese. Quest’anno ci sarà qualcosa di più. Si tratta di un gesto simbolico, ma che, in un’Europa in cui la guerra e i suoi orrori sono tornati a essere di attualità, assume un valore che va ben oltre il semplice fatto di cronaca. Dal 7 al 10 luglio una delegazione di abitanti di Filetto sarà in Germania e in particolare nella città di Pöcking (Baviera). Il Comune tedesco, nel marzo scorso, come ha scritto il Süddeutsche Zeitung, quotidiano di Monaco di Baviera, ha deciso di intitolare una strada a “Filetto” e apporre una targa in ricordo dell’eccidio del 1944. Ma perché Pöcking? Nella cittadina tedesca ha trascorso i suoi ultimi anni di vita un vescovo che in paese era stimato e apprezzato da tutti: Matthias Defregger. Il prelato è morto nel 1995. È seppellito nel cimitero di Pöcking e a lui fu intitolata proprio la strada che porta al cimitero. Fino al 2020 il prelato, dai suoi concittadini, veniva considerato un personaggio illustre e senza macchia.

LA SCOPERTA Tre anni fa il Comune della Baviera decise di ricordarlo pubblicamente in occasione dei 25 anni dalla morte. Prima però affidò a una storica il compito di tracciare una biografia di Defregger. Dallo studio venne fuori l’oscuro passato del vescovo. Nel giugno del 1944 Matthias Defregger era un capitano dell’esercito tedesco (inquadrato nella 114ª compagnia cacciatori). Il 7 giugno del 1944, un mercoledì, il comandante della 114ª, Hans Boelsen, diede l’ordine di uccidere gli uomini di Filetto dai 16 ai 60 anni per rappresaglia contro un’azione compiuta dai partigiani contro i militari invasori. A eseguire l’ordine, recandosi personalmente a Filetto, fu proprio il capitano Defregger che era di stanza a Paganica. In realtà la vicenda del vescovo, ex criminale di guerra, nel 2020 non era certo una novità. Nel 1969 fu il giornale Der Spiegel a darne notizia. Fu uno scoop mondiale che portò anche alla riapertura delle indagini da parte della magistratura italiana. Indagini che però non diedero esito (il tribunale aquilano si dichiarò incompetente rinviando tutto alla magistratura tedesca che, in breve tempo, archiviò il fascicolo). Nel 1970 fu realizzato un film sulla strage di Filetto dal titolo “Quel giorno Dio non c’era”.

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Sparisce il nome del vescovo della strage nazista

IL DOPO Negli anni successivi al 1969 il vescovo (era ausiliare a Monaco) continuò a esercitare il suo ministero – in forme un po’ più riservate – e non chiese mai ufficialmente perdono ai filettesi. Quando morì, nel 1995, l’allora parroco di Filetto, don Demetrio Gianfrancesco (tra l’altro autore di un libro ancora insuperato sulla vicenda e che a lungo si batté per la riconciliazione) celebrò una messa in memoria di Defregger. La chiesa, a parte il prete e un chierichetto, rimase vuota.

PÖCKING Nel 2020, quando il consiglio comunale del paese tedesco apprese del passato del vescovo, non fece finta di nulla. Fu deciso, innanzitutto, di rintracciare qualcuno a Filetto per capire se la vicenda era ancora viva nel ricordo dei parenti delle vittime. E la risposta fu scontata: sì, la ferita di quell’eccidio a Filetto non si è ancora rimarginata e forse non lo sarà mai. Il sindaco, con una lettera, chiese agli abitanti del borgo ai piedi del Gran Sasso se gradivano una visita di una delegazione di Pöcking. La visita si è concretizzata il 7 giugno di un anno fa.

LE PAROLE Il sindaco di Pöcking, Rainer Schnitzler, davanti al monumento che ricorda i Martiri del 1944 disse: «Siamo oggi a Filetto per fare ciò che il vescovo Matthias Defregger avrebbe dovuto fare in passato: venire qui per chiedere perdono, commemorare e pregare per le vittime dell’eccidio del 1944». Parole chiare, senza possibilità di equivoci. Il primo cittadino portò con sé due lettere: una del presidente Federale della Germania – letta davanti al monumento – e l’altra del cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, dove Defregger fu, appunto, ausiliare, letta in chiesa.

IL PRESIDENTE Questo il contenuto della lettera del presidente federale Frank-Walter Steinmeier: «Noi tedeschi spesso crediamo di sapere tutto su quello che i tedeschi hanno provocato in Europa durante il periodo del nazionalsocialismo, invece sappiamo sempre troppo poco proprio dei crimini tedeschi commessi in Italia. Le vittime, i loro discendenti e i superstiti hanno il diritto di non essere dimenticati. Per questo motivo sono assai importanti il ricordo e la rimembranza e per questo ringrazio sia lei, sindaco, che il suo Comune di Pöcking per la vostra importantissima iniziativa. Nell’agosto del 2019 sono stato invitato dal mio collega e amico italiano Sergio Mattarella alla commemorazione a Fivizzano in Toscana. Io come tedesco posso visitare tali luoghi solo con un profondo sentimento di vergogna, ma anche con enorme gratitudine. La vergogna per il dolore di cui si sono responsabili i tedeschi in quegli anni e la gratitudine per il fatto che le nostre amiche e i nostri amici italiani accettino così generosamente le nostre richieste di perdono e che ci invitino a piangere insieme a loro per le vittime». Il cardinale Reinhard Marx ha scritto fra l’altro: «A 78 anni dalla Seconda guerra mondiale il significato della guerra è ancora una volta terribilmente chiaro: morte e distruzione. Se gli edifici possono essere ricostruiti il dolore e la sofferenza per le vittime non possono essere cancellati». Il 7 luglio a Pöcking la verità storica sarà finalmente riconosciuta e certificata anche in Germania. Via Defregger diventerà “Filetto-Weg”.