Roio, restaurata la lapide ai Caduti

Era finita in mille pezzi. Ricomposta grazie ai volontari di Verona

ROIO. La lapide che ricorda i Caduti in guerra di Roio la notte del sei aprile si era staccata dal muro esterno della chiesa di Santa Rufina di Roio dedicata ai Santi Nicandro e Marciano. A terra una miriade di pezzi. Per qualche settimana nessuno pensò a quella lapide anche perché sembrava ormai irrecuperabile. Invece i volontari della Protezione Civile di Verona che operavano in zona per i soccorsi alla popolazione hanno raccolto a uno a uno quei pezzi e nel luglio del 2009 li hanno consegnati all'Istituto «Paolo Brenzoni, Arte del Marmo» centro formazione professionale di Sant'Ambrogio di Valpolicella (Verona).

«La lastra di dimensioni 1 metro per due e due centimetri di spessore di marmo bianco di Carrara» è scritto nella relazione redatta a fine restauro «contenente il nome dei Caduti in guerra richiedeva una complessa opera di restauro avente come obiettivo la ricomposizione della stessa al fine di essere ricollocata al suo posto. L'opera di restauro è stata fatta nell'ambito del progetto di restauro dell'intera chiesa, redatto dall'architetto veronese Paolo Giacomelli.

L'autorizzazione ad asportare l'epigrafe, una volta accuratamente raccolti i pezzi frantumati, venne data, il 29 maggio 2009, dal parroco dell'epoca don Giovanni Mandozzi al capo campo Enrico Bottura. L'opera di restauro è stata compiuta dagli allievi delle classi 3º e 1º dei corsi di Restauro lapideo del fondo sociale europeo che si sono svolti nell'istituto di Sant'Ambrogio. In particolare, tale attività è stata svolta con la supervisione e la partecipazione del docente di laboratorio lapideo, Dario Marconi.

In breve, le attività svolte per il restauro della lapide sono state le seguenti: la lastra si presentava frantumata scompostamente in decine di parti di varia pezzatura, con alcune parti mancanti da reintegrare. In primo luogo è stato realizzato l'incollaggio dei diversi pezzi della lastra su di un'ulteriore lastra di supporto, sempre in marmo bianco di Carrara. Successivamente si è provveduto alla reintegrazione delle parti mancanti con pezzi dello stesso materiale originario della lapide.

Quindi è stata eseguita la stuccatura di tutte le giunture presenti sulla lastra. Infine è stato compiuto un trattamento di consolidamento dell'intera epigrafe. La lapide completamente restaurata è stata riconsegnata alla Protezione Civile». Con una cerimonia alla presenza dell'attuale parroco don Osman la lapide è stata sistemata nei pressi delle case provvisorie in attesa di essere ricollocata nel posto originario.

Per questo bisognerà attendere il restauro della Chiesa di Santa Rufina. «Proprio in questi giorni» dice l'architetto Giacomelli «si stanno muovendo passi concreti con don Osman, parrocchia, diocesi ed altri enti per pianificare un progetto guida, impostare un cronoprogramma, definire i dettagli dell'operazione di recupero e restauro. Si confida che con la collaborazione di tutti si possa arrivare a buoni risultati. Verona tutta è molto vicina all'Abruzzo e in particolare agli amici aquilani di Roio-SantaRufina».