Scoperto il fregio di un monumento funerario romano 

Corcumello, era vicino ai ruderi della chiesa di Sant’Anatolia Ceccaroni: «Si è trattato di uno straordinario ritrovamento»

CAPISTRELLO. Uno splendido fregio di un monumento funerario romano, con raffigurazioni di armi in rilievo, è venuto alla luce a Corcumello, frazione di Capistrello. Il reperto architettonico, di oltre due metri, risalirebbe al I secolo d.C. Si tratta di una scoperta di straordinaria importanza, dato che nella Marsica finora di simili reperti ne sono stati rinvenuti solo due: uno si trova ad Alba Fucens, l’altro nella chiesa di san Cesidio a Trasacco.
Il ritrovamento è avvenuto per caso. Un abitante di Corcumello, trovandosi a passare vicino ai ruderi della chiesa di Sant’Anatolia – per la costruzione della quale il fregio nel Medioevo era stato utilizzato – ha notato affiorare dal terreno un pezzo di cornice in pietra. Ritenendo potesse trattarsi di un qualche reperto archeologico, appena tornato a casa, ha segnalato il caso alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio d’Abruzzo.
Qualche giorno dopo è piombata sul posto la dottoressa Emanuela Ceccaroni, responsabile degli scavi nella Marsica. La funzionaria della Soprintendenza si è subito resa conto di cosa si trattava.
Ottenuta l’autorizzazione dai proprietari del terreno, ha iniziato immediatamente gli scavi coadiuvata da una équipe di archeologi.
Alla fine il fregio, rimasto sepolto per secoli, è stato riportato alla luce e trasferito provvisoriamente nella chiesa di Sant’Antonio di Corcumello, per essere restaurato. Il fregio con la raffigurazione di armi in rilevo fa pensare che il monumento funerario appartenesse a un personaggio di spicco di Alba Fucens, nel cui territorio Corcumello ricadeva. Sicuramente si trattava di uno dei veterani di Alba che combatterono sempre a fianco di Roma, anche durante la guerra italica.
«Si è trattato di un intervento di recupero delicato e complesso», sostiene la dottoressa Emanuela Ceccaroni, che non nasconde la sua gioia per lo straordinario ritrovamento, «la presenza di alberi ha complicato il lavoro di scavo. C’era il rischio che nel rimuovere la terra l’importante reperto riportasse dei danni. Ma siamo riusciti a portarlo in superficie integro. E ne siamo felici».
«Siamo immensamente grati», aggiunge, «ai cittadini di Corcumello, che si sono messi a nostra completa disposizione, fornendoci tutto ciò di cui avevamo bisogno e sperando, insieme a noi, che l’opera di scavo andasse a buon fine, Importante è stato anche il loro apporto nel trasporto del reperto, dopo essere stato imbragato, dal luogo del ritrovamento nella chiesa di Sant’Antonio».
Ora si spera che il reperto non rimanga abbandonato in chiesa e che, anzi si trovino subito i soldi necessari per il restauro, consentendo così ai turisti di visitarlo e poterne ammirare la straordinaria bellezza.
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