Seconde case, niente soldi per tutti

Il ministro Barca sugli edifici isolati rimasti fuori dalla legge: quando avremo i dati dai sindaci riapriremo il dossier

L’AQUILA. «I soldi per finanziare la ricostruzione di tutte le seconde case al momento non ci sono». Ribadisce un concetto già noto, e che preoccupa non poco i cittadini e gli amministratori alle prese coi problemi della ricostruzione, il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca, sbarcato all’Aquila per tenere a battesimo il nascente Gran Sasso Science institute «che dopo tre anni e 27 giorni che sbocciò l’idea trova oggi attuazione grazie alla cooperazione della Regione Abruzzo e del presidente Chiodi e alla volontà della città». Col delegato del governo Monti per il dopo-sisma, qui per ribadire anche l’altro aspetto della ricostruzione, quello dello sviluppo, della smart city, dell’Ocse e dell’Università di Groningen, ma anche del «ruolo centrale dell’Università dell’Aquila come risorsa per la città che deve ripartire», si finisce inevitabilmente a parlare di ricostruzione edilizia.

SECONDE CASE. «Stiamo aspettando che i sindaci ci diano indicazioni sulla stima delle seconde case, nella parte rimasta esclusa dal finanziamento stabilito nella legge. Poi vedremo di trovare le risorse e riaprire il discorso. Per ora i fondi non ci sono». Questa la dichiarazione del ministro che si è intrattenuto a colloquio con il commissario del governo per la ricostruzione Gianni Chiodi, che sta per lasciare la gestione agli enti locali, e con il sindaco Massimo Cialente. Uno dei temi sul tappeto, oltre ai tanti legati allo sviluppo della città «che già prima del terremoto viveva una situazione economica gravissima», come sottolinea più volte il rappresentante del governo, è quello delle abitazioni non principali. Una tipologia diffusissima nei centri del cratere sismico che, come sottolineato più volte dagli amministratori di questi paesi, senza finanziamenti per la riparazione di questi immobili rischiano di non essere ricostruiti. Il ministro, tuttavia, ha lasciato una porta aperta quando ha parlato di «dossier che potremo riaprire una volta che avremo avuto la comunicazione dei dati di queste abitazioni da parte dei sindaci dei Comuni interessati». La copertura finanziaria non è prevista, per ora, nella legge sul terremoto, come ha ricordato il parlamentare Giovanni Lolli, per le parti strutturali degli alloggi isolati di tutti i centri storici tranne quello monumentale dell’Aquila e per le seconde case isolate delle periferie per le quali rimane confermato il finanziamento fino all’80 per cento con un tetto a 80mila euro.

MAI INTERROTTA. «La ricostruzione non si è mai interrotta», ha poi aggiunto il ministro Barca in un altro passaggio delle sue riflessioni dedicate alla ricostruzione post-sisma a margine dell’appuntamento ai laboratori nazionali del Gran Sasso dell’Infn di Assergi. «Nelle aree periferiche è andata avanti e lo abbiamo mostrato. Ora, dopo l’approvazione della legge sul terremoto, deve partire la ricostruzione dei centri storici. Non vedo intoppi. Tutta la norma», ha concluso il ministro per la Coesione territoriale, «è stata costruita per eliminarli». Tuttavia la strada da percorrere risulta essere ancora abbastanza lunga anche perché si stanno definendo i dettagli dopo la cornice normativa. Il delegato del governo per la ricostruzione è tornato a sottolineare la necessità di procedere a marce forzate rispettando i tempi fissati nella legge in approvazione al Senato dopo il passaggio alla Camera dei deputati.

Il ministro ha più volte affermato la necessità che non vi siano salti nel passaggio di consegne chiamando gli enti locali a uno sforzo ulteriore.

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