Sfregiato a bottigliate, tre denunciati 

Sono accusati della maxi rissa estiva: provocarono il panico tra le centinaia di persone che affollavano il centro

SULMONA. Hanno dovuto sconfiggere anche l’omertà dei presenti che all’arrivo della polizia presero a fischi gli uomini della Volante rendendo le indagini ancora più complicate e difficili.
Ma grazie ad un’attività investigativa meticolosa e approfondita, gli uomini della squadra anticrimine del commissariato di Sulmona sono riusciti a risalire ai presunti responsabili di una delle risse che hanno segnato di violenza e sangue alcuni fine settimana dell’estate scorsa.
Identificati e denunciati i tre giovani di Sulmona che nella notte tra il 30 giugno e il primo luglio si resero protagonisti di una rissa in pieno centro, proprio davanti al palazzo dell’Annunziata, seminando panico e scompiglio tra le centinaia di persone che in quel momento affollavano corso Ovidio.
Si tratta di S.S. 26 anni, L.S. di 25 anni e A.D.R. di 24 anni, questi ultimi due di origine rom, tutti denunciati a piede libero per rissa e per lesioni aggravate. L’indagine è stata coordinata dal pm Stefano Iafolla.
A pagare le conseguenze più pesanti fu proprio colui che diede vita alla furibonda lite, cercando di colpire il suo rivale con il collo di una bottiglia che aveva appositamente rotto. Per il giovane S.S. fu necessario il ricovero urgente nell’ospedale San Salvatore dell’Aquila dove venne sottoposto ad un delicato intervento al viso per le lesioni e le escoriazioni multiple riportate nel violento alterco.
La lite infatti scoppiò tra S.S. e A.D.R. per futili motivi e solo successivamente, quando il primo cercò di colpire il rivale con il collo della bottiglia, intervenne L.S. in difesa del suo amico.
Il tutto si verificò in pochi paurosi momenti con il corpo a corpo iniziato in via Pantaleo, per continuare fino davanti alla scalinata dell’Annunziata, proprio nel cuore della città.
Il grave fatto avvenne nel pieno della notte del sabato sera davanti ai locali più affollati del centro storico ed ebbe come testimoni centinaia di giovani che, senza intervenire, provarono comunque grande spavento per le scena di violenza alle quali furono costretti ad assistere.
Mentre i due giovani di origine rom si diedero alla fuga il giovane rimasto ferito fu soccorso dal 118 e preferì al momento non raccontare l’accaduto.
Stesso comportamento avuto dai numerosi testimoni che, soprattutto per paura di ritorsioni, preferirono il silenzio, costringendo i poliziotti ad un lavoro molto più complicato.
Quella del 30 giugno fu tra le notti più “calde” dell’estate sulmonese sollevando proteste e sdegno tra i giovani e le famiglie preoccupate per la piega che stavano prendendo i fine settimana.
Dopo l’ennesimo episodio di violenza intervenne anche il prefetto che, in accordo con il sindaco di Sulmona, potenziò i servizi di prevenzione e controllo.
Anche perché finora soltanto il caso ha evitato che questi gravi episodi avessero un finale ancorapiù cruento.
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