Sindaci, fascia a Napolitano

Tasse, protesta pronta contro la mancata proroga.

L’AQUILA. «Ora chiamo Napolitano. Voglio annunciargli che le fasce gliele ridiamo tutti. Io gli darò la più bella. Lui ce le conserverà». Parla Cialente. Aspettando il maxi-emendamento del governo sulle tasse, i sindaci scaldano i muscoli. All’invito rispondono una trentina sui 57 Comuni del cratere ma pare che siano tutti d’accordo, alla fine, sul gesto simbolico per chiedere la proroga dei pagamenti.

LA RIVOLTA. I sindaci, chi più chi meno, sono tutti arrabbiati. Da Rocca di Mezzo a Campotosto, da San Pio delle Camere a Lucoli. Tasse, centri storici da ricostruire, assegnazione dei contributi, economia che langue. Nella sala dell’associazione costruttori si tenta di mettere insieme amministratori di destra e di sinistra alle prese con gli stessi problemi. Il primo tra tutti: riprendere a pagare le tasse da gennaio 2010 «come se niente fosse successo», tuona Cialente che qui sembra il più arrabbiato di tutti. C’è grande attesa per il maxi-emendamento del governo sul testo del decreto anti-crisi per cui verrà posta la questione di fiducia. Potrebbe trattarsi, dicono i sindaci a microfoni spenti, di un contentino. O di un rinvio alla famosa annunciata ordinanza «natalizia» di Berlusconi, su cui si spende ormai da giorni il presidente della Regione Gianni Chiodi, oppure di una differenziazione tra chi ha perso il lavoro e non produce più reddito e chi no, tra autonomi e salariati. Intanto, maxi-emendamento o no, i sindaci vogliono fare un gesto ufficiale.

L’appuntamento al Quirinale lo prende Cialente che prima, però, vedrà Bertolaso per chiedergli di riscrivere l’ordinanza sulle case E («inutile e da modificare») e di pubblicare, al più presto possibile, «le linee guida per la ricostruzione». «Ad esempio», chiede Cialente, «le caldaie le ripaghiamo o no? E chi ci dice come bisogna rifare gli impianti? Senza linee guida come faccio, io, a evadere 400 domande al giorno? Ci sono i 10mila delle case A che non rientrano perché hanno paura. Stanno tutti fuori dagli alberghi, ma in tenda oppure in affitto a spese proprie. Poi nessuno conta i problemi della mancanza di gas o di acqua contaminata nei rubinetti: tutti ostacoli a rientrare in casa. Per questo ci servono le direttive. Chiamiamo quelli di Umbria e Marche e facciamoci dire cos’ha funzionato da loro e cosa no.

E prendiamo il meglio. Chiedo troppo?. Eppoi, stiamo attenti, perché adesso gli aquilani sono un po’ tutti come anestetizzati ma a settembre si sveglieranno e si renderanno conto che qui non è ripartito niente. Anzi. Allora, noi siamo stati buoni perché abbiamo salvato il G8 aderendo all’appello di Napolitano. Ci pensate, voi, a un Obama fermato dai miei vigili urbani? Non è successo niente e il merito è nostro che conosciamo la nostra gente. Ma adesso devono starci a sentire sennò qua tra un mesetto scoppia tutto e noi non sappiamo come fermare la gente. A proposito. Io sono preoccupato anche per l’influenza A. Devo vedere il ministro e se ci sono i vaccini, i primi li voglio per le tendopoli». Gli amministratori, ai quali è arrivata la prima tranche di 750mila euro, vogliono formare un’assemblea permanente. LA MANNA. «Per rialzarci non possiamo aspettare la Provvidenza, la manna, o solo l’aiuto dello Stato. Dobbiamo impegnarci in prima persona ».

Lo dice il presidente della Regione Gianni Chiodi. Che ribadisce: «Entro il 31 dicembre sarà concessa una nuova proroga per la restituzione dei tributi, prevista al 100% dal decreto, con 24 rate a partire da gennaio 2010. Ho parlato col presidente Berlusconi e il sottosegretario Letta. Per gli aspetti amministrativi esiste la certezza della proroga della prima scadenza e questo, comunque, lo si vedrà a dicembre. È plausibile ritenere che le condizioni del territorio permangano critiche anche alla scadenza della prima sospensione. Tuttavia non è possibile valutare a priori per quanti anni sia così. Bisognerà valutare di volta in volta, prima della scadenza, se esistono le condizioni per la sospensione. Non è mai accaduto che la legge prevedesse una sospensione per 10 anni. Le proroghe saranno affidate a ordinanze successive».

LO SCHIAFFO. «Un altro schiaffo al territorio: dopo le solenni promesse del presidente del Consiglio, una nuova doccia fredda». Lo sostiene la presidente della Provincia Stefania Pezzopane. «Gli emendamenti per il rinvio vengono bocciati. Poi arriva la pillola edulcorante, con la quale si promette che si rimedierà con un provvedimento successivo. Non capisco perché ogni volta si debba rimandare a domani quello che oggi rappresenta l’emergenza. Abbiamo bisogno, oggi, di ricostruire, di certezze, di non essere abbandonati, di risorse per la ricostruzione. Per il governo l’emergenza è finita. La ricostruzione saranno gli aquilani stessi a pagarsela, con i soldi che il governo prima dà e poi toglie. Un progetto diabolico».