«Stipendi da fame e scuole da pulire in appena un’ora»

Ex Lsu in rivolta nel Centro Abruzzo, 200 i posti a rischio Le lavoratrici non firmano i contratti: meglio restare a casa

SULMONA. Stipendi che scendono a 200 euro mensili per le ore di lavoro azzerate, con intere scuole da pulire e sorvegliare in appena un’ora al giorno. Circa 200 i posti di lavoro a rischio nel Centro Abruzzo. È il doppio risultato dei nuovi contratti dei lavoratori (ex Lsu e appalti storici) che si occupano della pulizia negli istituti scolastici della zona.

«Questi contratti sono umilianti» spiega Lucia Maglioli, che lavora da 20 anni nelle scuole di Castel di Sangro «sono condizioni folli, che tolgono la dignità alle persone e sono anticostituzionali. Secondo il mio contratto dovrei pulire più scuole, anche dislocate in provincia, in appena due ore al giorno. Oltre alla situazione paradossale, va aggiunto il disagio di dover sopravvivere con una busta paga che non si può più definire così e che scende dai vecchi 900 euro agli attuali 200».

Ma c’è anche chi dovrebbe pulire più scuole, come nel caso di quelle che formano l’istituto comprensivo Benedetto Croce di Pescasseroli, in un’ora e dieci minuti al giorno. «Mi hanno assegnato un contratto di sette ore e 50 minuti a settimana, poco più di un’ora per pulire più di 400 metri quadrati di struttura, con la possibilità di essere spostata a chiamata in tutta la provincia» si sfoga Cristina Cutini «con gli stipendi da fame che sono previsti è chiaro che ci andremo a rimettere, dovendo raggiungere le varie scuole con mezzi nostri. A conti fatti conviene restare a casa».

I lavoratori, quindi, lamentano non solo condizioni di lavoro insostenibili, ma soprattutto contratti capestro con ore settimanali quasi azzerate e stipendi da fame. «Mi hanno assegnato sei ore e 30 minuti a settimana, su sei giorni lavorativi» protesta Angela Leombruni, che si occupa della pulizia della scuola Postiglione di Raiano «è una pazzia. Come si fa a pulire una scuola intera in così poco tempo? E soprattutto come si campa con 200 euro al mese, dovendo pure usare le nostre macchine per spostarsi da una scuola all’altra?».

Interrogativi destinati a restare senza risposta finché la vertenza dei lavoratori delle scuole, vittime dei tagli imposti dai rinnovi contrattuali, non arriverà ad epilogo. Intanto, i lavoratori – dopo una riunione fiume alla Masciangioli – hanno deciso di non firmare i contratti e ieri hanno partecipato allo sciopero nazionale per dire “no” al taglio degli stipendi e a scuole sempre più sporche e malandate.

Al loro fianco Luigi Antonetti, segretario provinciale della Filcams Cgil, che ha già inviato una lettera ai sindaci del comprensorio per avvisarli dei disagi che le scuole e gli alunni subiranno da qui in poi.

«Chiedo un incontro urgente per affrontare la grave problematica che si sta delineando per le pulizie nelle scuole» scrive il sindacalista ai sindaci «chiedo un vostro impegno nei confronti del ministero dell’istruzione affinché nelle scuole vengano mantenuti livelli di servizio adeguati e l’attuale livello occupazionale e reddituale di lavoratori e lavoratrici che vi operano. Ho, poi, già chiesto l'intervento della Direzione provinciale del lavoro e siamo pronti a fare causa».

La battaglia è appena cominciata e si attende l'intervento dell’Ispettorato del lavoro.

Federica Pantano

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