Stop al cloro, acqua potabile

Legionella: la Asl fa retromarcia e Floris revoca il divieto

AVEZZANO. Rientra l’allarme legionella nella rete idrica di Avezzano: ieri il sindaco Antonio Floris ha revocato l’ordinanza che vietava l’uso potabile e alimentare dell’acqua di rubinetto. Nel frattempo però i supermercati sono stati presi d’assalto dalle famiglie a caccia di acqua minerale e il Cam ha svuotato e sanificato i serbatoi.

Centinaia le famiglie rimaste senz’acqua fino a ieri pomeriggio, e disagi per le attività commerciali. Il batterio è stato trovato nelle tubature di un cantiere nel quartiere di Caruscino dopo la segnalazione di un operaio contagiato dopo aver bevuto l’acqua.
LA REVOCA. Dopo la conclusione da parte del Cam delle operazioni di sanificazione del serbatoio di distribuzione del Salviano Alto, il sindaco Antonio Floris ha revocato l’ordinanza numero 515 del 23 ottobre che aveva validità illimitata, fino a «nuova comunicazione». La revoca firmata ieri è stata possibile anche grazie alle assicurazioni della Asl, secondo cui il batterio non è in grado di sopravvivere a temperature sotto i 20 gradi centigradi. Il provvedimento del sindaco, però, era stato emesso a causa delle operazioni di iperclorazione avviate dal Consorzio che rendevano l’acqua non potabile.
ACQUA MINERALE. La popolazione ieri mattina si è riversata nei supermercati per acquistare acqua minerale. Esaurite in molti negozi le bottiglie del tipo “naturale”. File anche alle fontanelle della città che non appartengono alla rete del Consorzio acquedottistico, di provenienza da altri acquedotti. I problemi maggiori sono stati riscontrati in bar, panifici e ristoranti.

IL LAVORO DEL CAM. I tecnici del Cam ieri hanno provveduto al ripristino delle ordinarie condizioni di fornitura della risorsa idrica della città di Avezzano, così come alle operazioni di monitoraggio costante del sistema. Gli interventi sono andati avanti per tutta la giornata e sono state numerose le segnalazioni di rubinetti a secco. Gradualmente, però, la situazione è tornata alla normalità. Il Cam ha provveduto anche a portare acqua potabile nelle scuole e all’ospedale con le autocisterne. «Sono stati due giorni di lavoro ininterrotto e intenso da quando la Asl ci ha notificato l’allarmante nota che induceva, erroneamente, a pensare a possibili rischi per la salute umana», ha detto il presidente del Cam Gianfranco Tedeschi. «Per fortuna era un falso allarme, anche se la popolazione ha vissuto ore di tensione. Il sistema di prevenzione del Cam», ha aggiunto Tedeschi «ha funzionato alla perfezione».

LA ASL. Secondo il Servizio di igiene epidemiologia e sanità pubblica, «le prescrizioni di bonifica riguardavano esclusivamente il cantiere nella zona compresa tra l’allaccio dell’utenza all’uscita dell’acqua e non è necessario provvedere a campionamenti dell’acqua e a eventuali operazioni di bonifica a monte dell’opera». Ciò perché, secondo il dirigente del servizio Vitalina Pupi, «l’acqua nelle tubature scorre in continuazione a temperature inferiori a 20 gradi, nelle quali il batterio della legionella non è in grado di sopravvivere e riprodursi». (p.g.)