Terremoto all'Aquila. La perizia: i crolli di via D’Annunzio causati da errori umani

Il documento è stato depositato dai consulenti. Tra una settimana gli avvisi di garanzia. Casa dello studente e Convitto nazionale, si attende la fissazione della data dell’udienza preliminare

L’AQUILA. Ci potrebbero essere della responsabilità umane nel crollo del condominio di via Gabriele D’Annunzio, che causò 13 morti. A questa conclusione sono arrivati i consulenti della Procura i quali hanno redatto la perizia sul crollo consegnata di recente ai Pm.

Quello che sta per arrivare a conclusione è il quarto filone della maxi inchiesta sul terremoto, visto che gli avvisi di garanzia sono attesi per gli inizi di marzo e ci sono parecchie similitudini con la casa dello studente, uno dei simboli del sisma dello scorso 6 aprile.

Nel mirino della Procura si sono tecnici, progettisti ed amministratori incaricati delle autorizzazioni e dei controlli: sotto accusa potrebbe finire l’intiera filiera costruttiva del condominio. Tuttavia, al momento, è impossibile immaginare quanti possano essere le informazioni di garanzia che si presume prevedano i reati di omicidio colposo e disastro colposo,

La tesi dei consulenti sarebbe rafforzata, ma si tratta di una deduzione tanto semplice quanto verosimile, dal fatto che il palazzo di via D’Annunzio, che si è letteralmente sbriciolato su se stesso, è l’unico nella zona ad avere subito i gravissimi danni: per questo - la convinzione è confermata dai risultati di rilievi ed analisi - sono convinti che alla base del crollo ci siano la violenza della scossa ma anche i presunti errori progettuali e nella costruzione, avvenuta negli anni sessanta, e l’utilizzo di materiali di scarsa qualità. Con l’apertura del quarto filone d’inchiesta si apre la lunga lista dei condomini privati nell’ex zona rossa, in particolare in via XX Settembre e strade collegate, dove ci sono state decine e decine di morti. Finora sono stati aperti tre filoni con complessivi 26 sospettati: si tratta della Casa dello studente, 8 morti e 15 imputati, e del Convitto nazionale, 3 morti e 2 imputati su cui la procura ha depositato al gup le richieste di rinvio a giudizio con le ipotesi di reato di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni. Il terzo filone è rappresentato dal crollo della sede della facoltà di Ingegneria dell’università dell’Aquila a Roio, dove non c’é stata nessuna vittima per il quale sono nove gli indagati per disastro colposo.

Da segnalare che ancora non è stata fissata la data di udienza preliminare per i due filoni della Casa dello studente e del Conservatorio nonostante le richieste siano state presentate da qualche giorno ma questo dovrebbe essere fatto in settimana. Si cercherà di fare in fretta visto che ci vorranno più udienze per decidere sulla sorte degli imputati.

Intanto slittano i tempi per il deposito da parte della procura della Repubblica dell’Aquila delle richieste di rinvio a giudizio al gup o di archiviazione al gip sul crollo della facoltà di ingegneria dell’università dell’Aquila a Roio con nove gli indagati per disastro colposo. La Procura era pronta alla definizione del caso ma i tempi si allungano perché alcuni indagati hanno chiesto di essere interrogati; ciò nel tentativo di convincere i pm aquilani a pronunciarsi per il proscioglimento.

Il procuratore capo, Alfredo Rossini, ha più volte detto di ritenere che se la scossa si fosse verificata di giorno avrebbe potuto provocare anche 2mila morti, dal momento che la zona del crollo era molto frequentata da studenti. Solo il caso, come hanno sostenuto i consulenti nella loro perizia, ha evitato che ci fosse una ecatombe. La cosa che ha maggiormente indispettito gli studenti sta nel fatto che i crolli ci sono stati nonostante la costruzione sia stata completata negli anni novanta con tecniche antisismiche nuove.