AVEZZANO

Tragedia di Sara, l'automobilista chiede scusa: "Meglio se fossi morto io" 

A più di una settimana dall’incidente è stato interrogato in carcere il marocchino ritenuto responsabile dello schianto

AVEZZANO. «Chiedo scusa per quello che è accaduto, sono distrutto per la tragedia che si è verificata a causa mia, sono molto provato».
A parlare è Jarrar Ayoub, il marocchino di 25 anni accusato di omicidio stradale, per aver provocato l'incidente che è costato la vita a Sara Sforza, la 23enne di Aielli, che viaggiava con il fidanzato, rimasto ferito. È stato infatti ascoltato ieri mattina, sabato 11 gannaio, nel carcere dell’Aquila, dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avezzano Carla Mastelli, alla presenza del suo legale, l’avvocato Leonardo Pompili.
«Sarebbe stato meglio se fossi morto io», ha affermato davanti al giudice, ammettendo la sua responsabilità e affermando che non si aspettava «quelle drammatiche conseguenze».

Il marocchino è apparso provato, ma davanti al gip ha respinto le accuse di guida sotto l’effetto di droga, sostenendo che le tracce di cocaina riscontrate nel sangue non erano recenti, ma si tratterebbe di droga assunta precedentemente, che non avrebbe avuto effetto sull’incidente. Se da un lato ha ammesso di aver guidato in modo pericoloso, dall’altro, per quanto riguarda l’alcol, ha dichiarato di aver bevuto la sera prima e a pranzo, ma non nell’immediatezza, prima di mettersi alla guida. Il marocchino è stato portato in carcere venerdì, a otto giorni dall’incidente mortale. Inizialmente era solo indagato. Successivamente è stato arrestato, su istanza del giudice su richiesta della Procura, ma doveva essere sottoposto a un intervento chirurgico nel reparto di chirurgia maxillo facciale del San Salvatore.

Secondo le accuse, Jarrar Ayoub, in stato di ebbrezza, dopo una serie di sorpassi ad alta velocità, in un tratto di strada ascendente e con linea continua, ha centrato in pieno la Renault Twingo che procedeva nel senso opposto, condotta da Sara Sforza, causando anche il ferimento del suo fidanzato, Alessio Vergari. Per la ricostruzione dei fatti, determinante il racconto di uno dei testimoni-chiave. È stato ascoltato dai carabinieri un agente finanziario della provincia di Roma, che nello stesso momento dell’incidente viaggiava sulla sua auto con la compagna e la figlia.
Secondo il teste, sembra che il marocchino abbia cercato di allontanarsi dal luogo dell’incidente. Una circostanza questa, però, ancora tutta da verificare.
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