Treni, la protesta dei pendolari

Manifestazione di studenti e lavoratori per contestare tagli e capolinea

AVEZZANO. Marcia di protesta dei lavoratori e degli studenti marsicani per il degrado della linea ferroviaria Avezzano-Roma. Il trasloco momentaneo dei convogli ferroviari dalla stazione Tiburtina, dove il 23 luglio scorso la sala operativa è andata in fiamme a causa di un incendio, nelle stazioni di Prenestina e Termini ha acceso gli animi dei pendolari che ora chiedono ai rappresentanti istituzionali di intervenire per trovare una soluzione. Disagi anche per i treni tagliati verso e dalla capitale. Una situazione divenuta ormai insostenibile.

I pendolari marsicani dicono no alle nuove modifiche al traffico ferroviario e dopo aver incassato la vittoria per il ripristino del treno degli studenti, in partenza gli anni scorsi da Avezzano alle 14, puntano a spostare i convogli dislocati nelle stazioni capitoline. «Nei giorni scorsi abbiamo raccolto i dissapori di studenti e lavoratori per i treni soppressi e per quelli spostati nella stazione di Prenestina», ha spiegato Stefania Bucarelli, segretaria del circolo del Pd di Tagliacozzo, «abbiamo così deciso di organizzare per lunedì alle 13.30 una marcia di protesta dalla stazione di Avezzano per far sentire la voce dei cittadini che usufruiscono del servizio. Abbiamo già raccolto molte adesioni e nei prossimi giorni contatteremo i sindaci e i rappresentanti istituzionali del territorio. Noi vorremmo far capire che se ci fossero orari agevolati molti studenti e lavoratori potrebbero evitare di sborsare soldi affittando una casa a Roma e potrebbero iniziare a viaggiare».

L'indignazione dei pendolari ha avuto nei giorni scorsi un picco altissimo nel momento in cui è stato comunicato che i treni in partenza e in arrivo dall'Abruzzo verranno dirottati nelle stazioni di Prenestina e Termini a causa dei disagi legati all'incendio di Tiburtina. «Ormai i nostri treni non hanno più pace, non si sa più dove sbatterli», ha precisato Daniele Luciani, promotore di un comitato dei pendolari, «l'ultima trovata di Trenitalia è quella di attestare i convogli più importanti a Prenestina, stazione in disuso, priva delle minime condizioni di sicurezza, di personale autorizzato competente e altro».

La protesta dei lavoratori e degli studenti marsicani nasce soprattutto per lo spostamento di treni molto frequentati in una stazione decentrata e mal collegata con la metropolitana e le fermate dei bus.

«Il treno delle 18.35 con il quale ogni giorno tornano a casa centinaia di pendolari è stato spostato a Prenestina e nessuno sa per quanto tempo», ha dichiarato Vincenzo Giovagnorio, pendolare e consigliere comunale, «per chi esce dall'ufficio alle 18 è impossibile raggiungere in mezz'ora la stazione. I nostri rappresentanti istituzionali regionali non hanno saputo far valere i diritti dei cittadini marsicani, ci mobiliteremo per far sì che questo convoglio torni a Termini».

I disagi legati all'incendio di Tiburtina hanno amplificato i problemi dei pendolari marsicani che oltre a subire ritardi e continue soppressioni viaggiano spesso su convogli obsoleti.

«Questa tratta è ormai abbandonata da anni dagli interessi dei politici», ha affermato il presidente del Comitato mobilità sostenibile, Dario Raglione, «Trenitalia ha stipulato un contratto con la regione Abruzzo dove, invece di velocizzare le tratte con nuovi mezzi, si denota che alcune tratte sono state tagliate e le rimanenti hanno avuto maggiori tempi di percorrenza e gli unici indignati solo sono stati i pendolari. Si potrebbe pensare a un raddoppio della tratta ferroviaria da Tagliacozzo a Celano, oltre 25 km senza gallerie, o ad altre soluzioni volte a velocizzare i collegamenti diminuendo quindi i tempi di percorrenza».

Secondo Rita Tabacco, pendolare di Tagliacozzo, «la disattenzione alle esigenze della Marsica ha portato a un declassamento graduale della linea ferroviaria Roma-Pescara. Serve un'azione forte per rilanciare i collegamenti e garantire un servizio efficiente a lavoratori e studenti».

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