Truffa sisma, sequestrati 400mila euro

Nei guai i due titolari di un autosalone. Pm e Finanza: ottenuti soldi per un edificio non destinato ad attività aziendale

L’AQUILA. La polizia tributaria della Guardia di Finanza ha sequestrato beni immobili e disponibilità finanziarie per un valore di circa 400mila euro nei confronti dei titolari di una nota società aquilana, con sede a Pile, che opera nel commercio di automobili.

Si tratta di Ettore Spaziani e Tito Spaziani, i quali sono accusati di aver illecitamente percepito finanziamenti nazionali e comunitari stanziati a favore delle imprese danneggiate dal terremoto del 6 aprile 2009.

Il reato contestato è quello di truffa ai danni dello Stato, un filone investigativo molto consistente che ha portato finora a numerosi sequestri.

La misura cautelare, chiesta e ottenuta dal gip da parte del pm Antonietta Picardi, giunge al termine di complesse investigazioni di polizia economico-finanziaria autonomamente avviate dalle Fiamme Gialle, finalizzate a far luce sulle procedure di concessione dei contributi riconosciuti a questa impresa dalla Regione in riferimento al bando Por-Fesr Abruzzo 2007-2013). Si tratta di fondi stanziati per le conseguenze economiche sfavorevoli all’attività produttiva causate dagli eventi sismici, e la ricostruzione, la riparazione e il ripristino dei beni mobili registrati, delle materie prime e dei prodotti finiti distrutti o danneggiati a seguito della catastrofe.

«Gli accertamenti», come sostengono gli investigatori, «hanno fatto emergere numerosi e gravi illeciti consistenti in artifici e raggiri commessi dagli indagati che, avvalendosi anche di perizie false, avrebbero istruito le domande di indennizzo/contributo dichiarando fatti non rispondenti al vero. Un percorso che avrebbe consentito ai sospettati di percepire indebitamente provvidenze pubbliche per un importo complessivo pari a 400mila euro».

Più in particolare, secondo polizia tributaria e pm, uno degli immobili destinati ad attività di impresa, e danneggiato dal sisma, non rientrava nel complesso aziendale della società in quanto concesso in affitto ad altre persone.

Gli indagati, inoltre, avrebbero violato il divieto di cumulo previsto dalla legge in quanto avrebbero ottenuto un ulteriore contributo dal Comune dell’Aquila per riparare l’immobile danneggiato che era stato già indennizzato dalla Regione. E questo aspetto non sarebbe stato reso noto all’ente municipale. Il Comune era stato anche informato di un periodo di sospensione dell’attività di impresa a causa del terremoto ma, secondo i finanzieri, questo non corrisponderebbe al vero. Gli indagati potranno ora presentare ricorso allo stesso gip o al tribunale del Riesame per ottenere la revoca del provvedimento. Ci sono stati, infatti, anche dei casi con decisioni che hanno ribaltato quelle precedenti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA