Un altro detenuto si uccide in cella

L'egiziano aveva ottenuto la libertà ad agosto, ma non era riuscito a rifarsi una vita

SULMONA. Ancora un suicidio nel carcere di Sulmona. Un detenuto egiziano di 64 anni si è ucciso impiccandosi nella sua cella, nel reparto internati del penitenziario peligno. Il detenuto era affetto da tempo da una forte depressione che aveva minato il suo equilibrio psichico. Rinchiuso da anni, era una vecchia conoscenza degli agenti di polizia penitenziaria sulmonesi.

Furti, rapine ed estorsioni che l'avevano costretto trascorrere molti anni dietro le sbarre. Ad agosto aveva ottenuto la libertà dopo aver finito di scontare la sua pena. Ma la lunga detenzione gli aveva procurato forti contraccolpi a livello psichico. Uscito dal carcere, ha cercato di rifarsi una vita trasferendosi a Roma ma nella capitale si sarebbe macchiato di nuovi reati tanto che lo scorso mese di dicembre è tornato nel carcere di Sulmona, questa volta da internato.

Proprio in seguito al comportamento assunto una volta uscito dal carcere, il giudice lo ha ritenuto socialmente pericoloso, condannandolo all'ulteriore pena della casa di lavoro di via Lamaccio. Erano quasi le 20 di ieri quando gli altri internati hanno lanciato l'allarme richiamando l'attenzione degli agenti di polizia penitenziaria in servizio in quel momento. A nulla sono valsi i tentativi di rianimarlo, tanto che il medico del carcere intervenuto anche lui in soccorso dell'egiziano, non ha potuto far altro che constatarne il decesso.

Sul posto sono accorsi anche gli agenti della scientifica del commissariato di di via Sallustio per effettuare i rilievi del caso. Sembrerebbe che il detenuto sia sia impiccato alla grata della cella utilizzando un pezzo di lenzuola.

Sull'episodio sono state avviate due inchieste: la prima interna ordinata dal direttore del carcere Sergio Romice e l'altra avviata dal procuratore Federico De Siervo, il quale ha già fissato per oggi l'autopsia per accertare in maniera definitiva le cause che hanno portato alla morte del detenuto egiziano. Si tratta del primo suicidio del 2011 a Sulmona, mentre sono stati due i decessi nel 2010. In altre 14 situazioni i detenuti hanno provato a uccidersi ma sono stati salvati grazie al provvidenziale intervento degli agenti di polizia penitenziaria, anche loro oggetto in numerose circostanze di episodi di violenza da parte dei detenuti.

Un carcere difficile quello di Sulmona anche se in questi ultimi tempi il direttore Romice sta lottando duramente per migliorare le condizioni sia dei detenuti che degli operatori che lavorano nella struttura. Nel recente passato ci sono stati anche suicidi eccellenti, come quelli del sindaco di Roccaraso, Camillo Valentini, o della direttrice Armida Miserere.

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