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«Zafferano, la raccolta è a rischio» 

Lo storico Alloggia lancia l’allarme: la pandemia creerà problemi

PAGANICA. La pandemia potrebbe avere ripercussioni negative anche sulla raccolta dello zafferano che sta iniziando in questi giorni. Lo sottolinea Raffaele Alloggia cultore di storia locale di Paganica. «Sono proprio questi i giorni in cui i campi di zafferano si colorano al massimo di viola, siamo in piena stagione di raccolto di quell’oro rosso di cui troppo poco si parla e che nel passato fece ricco il nostro territorio», dice, «oggi la stragrande maggioranza di chi coltiva questa preziosa spezia, non è più giovane e le famiglie non sono più quelle numerose di una volta, per cui negli anni scorsi, per raccogliere i fiori al mattino presto si chiedeva aiuto a parenti, amici o ai vicini di casa, così come per sfiorare, operazione questa molto delicata intesa a togliere la camicia e i petali che proteggono i tre pistilli. Questa fase di lavoro, avveniva normalmente nel dopo cena intorno a un tavolo, in cui si ritrovavano più persone e tra un racconto e un ricordo di gioventù, diventava un momento di convivialità. Quest’anno, a causa della pandemia, credo che nessun coltivatore di zafferano, con il virus che gira tra la gente e la paura di contagiarsi, se la senta di chiedere aiuto a persone che seppure amici o parenti non appartengono alla sfera familiare. Anche perché le restrizioni emanate dallo Stato parlano chiaro. Sarà quindi un problema fare il lavoro. La secolare storia di questa coltura dice che i terreni del nostro territorio sono adatti alla coltivazione della preziosa spezie: abbiamo conoscenza del processo produttivo, le fasi di lavoro quasi tutte manuali sono concentrate in pochi giorni, ma servono giovani». (g.p.)
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