Il Pescara riesce a stupire grazie alla vecchia guardia

16 Ottobre 2018

Quasi tutti i protagonisti dell’ascesa al primo posto in classifica sono reduci della passata stagione chiusa con la salvezza all’ultima di campionato

PESCARA. Sette partite, 15 punti e primato solitario in classifica. Nell’anticipo in programma venerdì (ore 21) il Pescara tornerà a giocare dopo la sosta sfidando in trasferta lo Spezia dell’ex Pasquale Marino. Un bel banco di prova per i biancazzurri che, per la prima volta nel campionato in corso, scenderanno in campo con l’obiettivo di difendere la vetta. Alla vigilia della stagione, nessuno si aspettava di vedere in testa il nuovo Pescara di Bepi Pillon. In realtà, sarebbe più corretto parlare di “vecchio Pescara”. Quasi tutti i protagonisti dell’ottimo avvio erano infatti presenti anche nella rosa 2017-18 guidata all’inizio da Zdenek Zeman, poi da Massimo Epifani e, infine, dall’attuale allenatore. E, su un totale di 11 reti realizzate, ben 10 portano la firma di reduci del torneo scorso: 5 gol li ha segnati Leonardo Mancuso, il capocannoniere del Delfino, 2 Andrea Cocco e uno ciascuno Gaston Brugman, Andrew Gravillon e Josè Machìn. L’unico centro siglato da un elemento acquistato durante il mercato estivo lo ha griffato Gaetano Monachello a Brescia. Inoltre, l’ossatura della squadra titolare è composta in larga parte dagli esponenti della vecchia guardia. Su 12 volti nuovi, almeno in questa fase, solo due possono essere considerati pedine inamovibili: Cristiano Del Grosso che, dopo il forfait nella prima partita causato da un infortunio, ha totalizzato 6 presenze (540’ giocati) senza essere mai sostituto, e Ledian Memushaj. Il centrocampista albanese, al pari di Gaston Brugman ed Andrew Gravillon, è rimasto sempre in campo senza saltare nemmeno un minuto (7 gare e 630’ giocati). Tra i giocatori acquistati in estate anche Mirko Antonucci, impiegato in 6 match (387’) e Manuel Marras (5 gare, 325’) si sono ritagliati un discreto spazio. Poi ci sono Matteo Ciofani (5 presenze, 282’), Gaetano Monachello (4 partite, 229’), Filippo Melegoni (2 apparizioni, 133’) e Luca Crecco (2 gare, 24’). Tra i calciatori presenti nell’organico 2017-18, oltre a Brugman e Gravillon, quelli che hanno avuto maggiori opportunità sono Fiorillo, Mancuso, Balzano, Machìn e Campagnaro, ma sono stati utilizzati anche Cocco, Perrotta, Kanoutè e Capone.
Quasi sempre (5 partite su 7) Pillon ha schierato nell’undici iniziale sette giocatori che vestivano la maglia del Delfino anche nello scorso campionato. Insomma, non c’è stata alcuna rivoluzione rispetto al torneo 2017-18 e senza dubbio Pillon è il deus ex machina di questo exploit. Il 62enne tecnico di Preganziol ha rivitalizzato i calciatori, demoralizzati dal cammino deludente dello scorso campionato, e favorito l’inserimento degli ultimi arrivati creando un’atmosfera serena e piacevole. Durante il calciomercato ha insistito con la dirigenza per portare avanti il progetto tattico iniziato fin dal giorno in cui ha preso il posto di Epifani. Quando si è seduto sulla panchina biancazzurra, Pillon ha ripristinato il 4-3-3 utilizzato da Zeman applicando alcuni correttivi che hanno dato maggiore equilibrio alla squadra. E, soprattutto, ha lavorato molto a livello psicologico creando un’invidiabile empatia con lo spogliatoio. A fine campionato, l’allenatore ha deciso di proseguire il percorso «per non buttare via i frutti di quel lavoro», come ha ripetuto spesso nelle passate settimane. Dunque, avanti con il 4-3-3, affiancato da qualche variante (4-3-1-2, 4-3-2-1 o 4-2-4) da applicare in corso d’opera, “ma il sistema di partenza non si tocca”. Quanto durerà? Nessuno può saperlo. Venerdì sera, allo stadio Picco, il primo test per la nuova capolista. (t.g.)
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