la protesta

A Pescara i residenti cacciano i clienti delle prostitute

In via De Gasperi un gruppo di cittadini scende in strada la sera accanto alle ragazze per non far fermare le macchine. I partecipanti al presidio: «A nessuno piace essere guardato in faccia mentre va a contrattare con una prostituta, e noi ci siamo messi lì apposta, a guardarli. Per non farli fermare»

PESCARA. «A nessuno piace essere guardato in faccia mentre va a contrattare con una prostituta, e noi ci siamo messi lì apposta, a guardarli. Per non farli fermare». La lotta alle prostitute sotto casa, almeno sei quelle che stazionano ormai abitualmente lungo via De Gasperi, i residenti hanno iniziato a farla, (ieri il secondo giorno), inibendo i clienti alla sosta solo con la loro presenza, e facendo così terra bruciata alle ragazze e ai loro protettori.

«Ci mettiamo a una decina di metri dalle ragazze, chiacchieriamo tra noi senza guardarle, ma con gli sguardi rivolti sulla strada e rendendoci ben visibili sull’incrocio tra via Chieti e via De Gasperi, verso le macchine e verso gli automobilisti che passano».

È l’ultima trovata del comitato cittadino dei residenti di via De Gasperi che, reduci dalla battaglia vinta contro il trasferimento del mercatino dei senegalesi davanti alle loro case, lungo via De Gasperi appunto, ha avviato un’altra battaglia. In difesa del decoro del rione, ma soprattutto della sua vivibilità. «Accettare la presenza delle prostitute», dice uno dei protagonisti dello “stazionamento” anti prostitute, «significa aprire la strada allo spaccio e alla violenza. E noi non vogliamo che succeda, vogliamo invece difendere il nostro quartiere dall’avanzare del degrado che ha già preso piede in altre zone della città tipo piazza Santa Caterina, dove hanno lasciato andare le cose». Per questo, dopo un’estate di convivenza forzata con le ragazze che si piantavano sulla strada mezze nude al primo calar del sole («ce n’era una che si spogliava letteralmente e si cambiava davanti al nostro portone», denuncia ancora il residente), alcuni cittadini hanno deciso di vedersela in prima persona. Scendendo in strada, e guardando in faccia chi alimenta questo mercato. «Certo non è una situazione piacevole, ci mettiamo lì dalle dieci di sera in poi, e già dal primo giorno hanno iniziato a girarci attorno loschi figuri, tre uomini che andavano avanti e indietro intorno a noi. Non ci hanno fatto niente, ma comunque per tranquillità abbiamo chiamato le forze dell’ordine. In cinque minuti sono arrivati i carabinieri e la polizia che hanno fatto i verbali alle ragazze». Romene e molto giovani a detta delle sentinelle del rione pronte ad andare avanti fino a quando le prostitute non si sposteranno dai loro portoni.

«È una cosa che si trascina da troppo tempo, visto che hanno iniziato a venire da quando hanno chiuso corso Vittorio Emanuele. Abbiamo chiesto aiuto a tutti, al prefetto, al questore, al capo di gabinetto, al sindaco, ma niente. E intanto da una presenza saltuaria è diventata un’invasione». E allora eccoli, organizzati anche in staffette per assicurarsi una copertura fino a notte fonda. L’appuntamento è intorno alle 21,30. A mezzanotte scatta il cambio. «Noi siamo determinati, certo il freddo non aiuta, siamo tutte persone che lavorano, sui cinquant’anni, ma siamo decisi: non vogliamo fare la fine di altri quartieri. Abbiamo già vinto una battaglia, vinceremo anche questa».

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