A Ranghelli 15 mila euro di buonuscita

10 Ottobre 2011

Spoltore, il Comune paga l'indennità di fine mandato al sindaco arrestato: è polemica

SPOLTORE. Quindicimila euro all'ex sindaco di Spoltore Franco Ranghelli. Il Comune, in mano al commissario prefettizio Vincenzo De Vivo, ha liquidato l'«integrazione di fine mandato» a Ranghelli, 54 anni, arrestato ai domiciliari il 26 luglio scorso per 15 giorni con l'accusa di aver preso tangenti insieme all'ex presidente del consiglio regionale Marino Roselli e al manager dei rifiuti Luciano Vernamonte. Il pagamento è un atto dovuto, dice la determina 833, ma già si scatena la polemica.

La determina che ha autorizzato il pagamento, firmata dal dirigente dell'area Amministrativa-demografica Emilio Di Paolo Emilio, è la numero 833 del 19 settembre scorso e ha assegnato a Ranghelli un trattamento di fine rapporto che, in base alla legge finanziaria del 2007 come riportato sul documento, «spetta nel caso in cui il mandato elettivo abbia avuto una durata superiore a trenta mesi». L'amministrazione Ranghelli, nonostante i cambi di bandiera politica, è rimasta in carica 51 mesi: dal 30 maggio del 2007 al 29 agosto scorso. L'amministrazione è caduta a causa dell'indagine del corpo forestale, coordinata dal pm Gennaro Varone: un'inchiesta, su affari e politica, che conta 13 indagati. Ma c'è un altro filone dell'indagine, riservato, che gira intorno al centro commerciale di Santa Teresa di Spoltore CityModa con dieci nomi e cognomi iscritti sul registro degli indagati.

In base ai calcoli del Comune, a Ranghelli sono stati attribuiti 2.068,45 euro per il 2007, 3.787,52 per il 2008, 3.804,94 per il 2009, 3.544,38 per il 2010 e 1.760,86 per quest'anno: il totale è di 14.966,14 euro. «Fermo restando che si tratta di un pagamento previsto dalla legge», interviene così Alessio Di Pasquale del comitato No rifiuti a Fosso Grande, «è impossibile non fare una piccola riflessione: sono stati tagliati circa centomila euro al servizio scuolabus, la scuola media Alighieri è stata chiusa ancora a causa di crepe dopo i lavori effettuati post-terremoto e dopo gli adeguamenti fatti la scorsa settimana. Credo sarebbe stato meglio provvedere alle urgenze della cittadinanza», prosegue Di Pasquale, «e poi trovare i soldi per pagare un ex amministratore con fondi impegnati sul bilancio 2010 e corrente. Le esigenze dei cittadini dovrebbero avere la priorità sugli stipendi dei politici. È un obbligo di legge, certo, nessuno vuole negare quanto dovuto a Ranghelli», conclude Di Pasquale, «ma vedere quella determina ha avuto un sapore amaro».

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