Archiviata l’inchiesta sulle piscine Le Naiadi: tutti prosciolti. «La fideiussione non era falsa»

Cade l’accusa di turbativa d’asta per i cinque indagati: prosciolti Cavallo, Fustunoni, Serraiocco, Russo e Cieri. Marsilio: “Certificata la trasparenza della nostra amministrazione”
PESCARA. L’inchiesta sulle Naiadi, storiche piscine di Pescara, che riguardava una presunta turbativa d’asta relativa alla “Gara aperta per l’affidamento in concessione della gestione operativa dell’impianto sportivo”, finisce in archivio. È stata la stessa Procura di Pescara, con il procuratore Giuseppe Bellelli e il sostituto Luca Sciarretta, titolari del fascicolo, a richiedere l’archiviazione, motivandola dettagliatamente per ognuno dei cinque indagati coinvolti. E parliamo di Donato Cavallo, nella sua qualità di direttore generale dell’Agenzia regionale dell’Abruzzo per la committenza (Areacom) e anche di presidente della commissione aggiudicatrice della gara che avrebbe avuto una durata ventennale; Riccardo Fustinoni, amministratore unico del Club Acquatico Pescara ssd arl partecipante alla gara; Vincenzo Serraiocco, commercialista pescarese con ambizioni politiche (che si candidò anche a sindaco), titolare della società di revisione Auditors & Consultant srl; Stefano Russo quale legale rappresentante della società M.i.a. - Assistenza mutua integrativa di mutuo soccorso; Gianluca Cieri, collaboratore della stessa M.i.a..
Stando a quanto sostenuto dalla Procura, che è arrivata fino ad emettere l’avviso di conclusione delle indagini per tutti e cinque gli indagati, l’irregolarità più grande sarebbe emersa proprio in relazione all’emissione della garanzia fideiussoria da parte della M.i.a., che non avrebbe avuto titolo ad emettere quella fideiussione in quanto società non iscritta in albi o elenchi tenuti dalla Banca d’Italia e comunque non autorizzata al rilascio di garanzie nei confronti del pubblico.
L’inchiesta aveva poi fatto emergere ingerenze sospette di Serraiocco, vecchio amministratore delle Naiadi, peraltro condannato lo scorso settembre a 4 anni e mezzo di reclusione per il crac da 7 milioni di euro dell’impianto. Non erano chiari alcuni suoi comportamenti e in particolare il fatto che, senza avere nessun titolo, stava pianificando l’assunzione di alcuni lavoratori ed aveva asseverato, con la sua società, il piano economico-finanziario presentato dal Club Acquatico Pescara, oltre ad aver partecipato, con 5mila euro, al pagamento dei 18mila euro che Fustinoni versò alla M.i.a per la fideiussione. Inoltre, Serraiocco si era anche attivato personalmente con Russo e Cieri (che avevano un loro vantaggio lavorativo a chiudere positivamente quella pratica) per il pronto rilascio della garanzia. Ma tutto questo è stato cancellato dalle indagini, ma soprattutto dalla memoria presentata da Fustinoni e dall’interrogatorio di Russo che fece seguito all’avviso di conclusione indagini. Ma ancora di più dal risultato dell’esame dei cellulari degli indagati, posti sotto sequestro dalla procura. Il tutto è spiegato molto bene nella richiesta di archiviazione accolta in toto dal gip Mariacarla Sacco che ha concluso disponendo l’archiviazione del procedimento «perché il fatto non sussiste».
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REAZIONI
Per il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio "l'inchiesta della Procura, che ha portato al sequestro di pc e cellulari del Direttore dell'Agenzia per la Committenza, sottrattigli per oltre un anno e sottoposti a un rigorosissimo vaglio investigativo, ci restituisce una figura cristallina, di adamantina onestà nella persona del dottor Donato Cavallo". "Non ne avevamo dubbi - prosegue la nota di Marsilio - Spero che gli esiti dell'inchiesta fughino i dubbi anche di quanti, improvvisandosi investigatori dell'assurdo, hanno adombrato, a suon di illazioni e maliziosi interrogativi, chissà quali 'ragioni' dietro le procedure a suo tempo messe in atto. Che, come sempre detto con trasparenza e confermato dalle indagini, avevano il solo scopo di non depauperare ulteriormente il complesso sportivo pubblico e di permetterne la più rapida riapertura. Ringrazio il dottor Cavallo per la professionalità dimostrata anche in questa congiuntura, ricordando l'amarezza personale che mi espresse, quando l'esplodere dell'inchiesta e il furore giustizialista di quanti erano interessati a strumentalizzarla per fini politici, gettarono schizzi di fango su una persona che, da decenni, vantava una carriera immacolata, nonostante le grandi responsabilità sempre assunte in una mansione delicata quale quella di gestire miliardi di euro in appalti pubblici. E ringrazio anche la Procura che, guidata da una persona di altrettanta onestà morale e intellettuale quale il dottor Bellelli, ha per l'ennesima volta dimostrato serenità di giudizio, accertando senza pregiudizi o teoremi precostituiti la verità dei fatti". "Mi è chiaro il fatto che, ancora una volta, dietro l'attacco a Cavallo e Areacom, qualcuno sperasse e volesse colpire il sottoscritto - continua Marsilio - nella solita e reiterata pratica di cercare per via giudiziaria quel 'successo' che non riesce a trovare nella libera competizione elettorale. Ancora una volta, i fatti dimostrano la trasparenza e la correttezza del nostro agire, e che l'interesse pubblico è e rimane la stella polare della nostra Amministrazione".