Addio a Razzaia, 65 anni: il mondo sindacale in lutto 

Bussi. Ex lavoratore del polo chimico, è stato anche un dirigente della Femca Il segretario della Cisl Coccia: «Un punto di riferimento per l’organizzazione»

BUSSI SUL TIRINO. Un malore improvviso, i soccorsi e la speranza di salvarlo. Una speranza che si è spenta subito perché non c’è stato niente da fare per mantenere in vita Massimiliano Razzaia, 65 anni compiuti a febbraio. Il suo cuore si è fermato due giorni fa, a Bussi, il suo paese, il posto dove ha lavorato e ha speso le sue energie per il sindacato, la Cisl, in particolare per il polo chimico dove ha lavorato e vissuto, a fianco agli altri lavoratori, i vari processi di trasformazione a livello aziendale e anche la scoperta della discarica.
Se n’è andato troppo presto, lasciando sgomenti gli ex colleghi e tutti gli amici del sindacato, anzi del mondo sindacale. Credeva fortemente in ciò che faceva per tutelare i colleghi e non era mai impreparato. Così lo racconta e lo descrive proprio dalla Cisl il coordinatore di Pescara, Umberto Coccia, che lo definisce «un sindacalista di frontiera alla Solvay negli anni più difficili, più duri». Coccia ha vissuto in prima persona e a lungo l’impegno di Razzaia nel sindacato, avendo «collaborato per venti anni, fino a quanto è andato in pensione», spiega il rappresentante della Cisl ricordando che Razzaia è stato prima delegato di fabbrica e poi nella segreteria della Femca di Pescara e dell’Abruzzo, e ancora è stato responsabile di zona per la Cisl di Pescara e ora era coordinatore per la federazione dei pensionati di Bussi e Popoli.
Una presenza costante, quindi, un «grande punto di riferimento per la Cisl in quell’area». Non era solo «competente dal punto di vista tecnico e anche sindacale» ma si mostrava pure «attento e sempre disponibile». Non era mai impreparato, sottolinea sempre Coccia parlandone come di un uomo «riservato e riflessivo». «Approfondiva i problemi, prima di sedersi ai tavoli studiava, si informava, e si presentava con delle proposte adeguate. Il rapporto con lui è sempre stato fonte di arricchimento per me», conclude.
Stupore, incredulità e dolore vanno di pari passo, in queste ore, per Nicola Primavera, sindacalista di lungo corso e già segretario della Cgil di Pescara. Conosceva bene Razzaia e lo ha voluto salutare su Facebook, pubblicando una foto sorridente dell’amico, che se n’è andato via tutto d’un tratto, troppo giovane, «ingiustamente».
«Massimiliano è stato un uomo buono, generoso, altruista, con tanta gioia di vivere che molto avrebbe ancora potuto dare alla sua bella famiglia, al suo mondo, quello sindacale di Bussi e non solo. È stato un vero dirigente sindacale, appartenente alla vecchia, ma sempre attuale, scuola sindacale che è stata la fabbrica: la Montecatini di Bussi. Leale, preparato, competente, appassionato, affidabile: un vero e credibile punto di riferimento per i lavoratori, i loro diritti, e per le controparti aziendali», prosegue Primavera.
Sottolineando il ruolo rivestito nella Flerica e nella Femca Cisl, il sindacato di categoria dei chimici e dei tessili, l’ex segretario della Cgil parla della «vocazione all'unità con Cgil e Uil» di Razzaia, definendolo «un grande contrattualista nei posti di lavoro, di cui si sentirà la mancanza». E poi passa rapidamente in rassegna, nella memoria, 15 anni di «manifestazioni, scioperi, riunioni ministeriali, regionali, provinciali, locali per difendere il sito industriale di Bussi ed il futuro dei lavoratori». Un contesto in cui non mancavano «momenti di vivace confronto e discussione» ma con il suo sorriso Razzaia «stemperava e superava» tutto.
I funerali del 65enne, che lascia la moglie Margherita e il figlio Jonathan, non sono stati ancora fissati.
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